Hot Chip – Why Make Sense?

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

La band di Alexis Taylor e Joe Goddard, nativa di Londra prova il rimbalzo. E stavolta, dopo il dubbioso e poco convincente “In our head”, e varie esperienze soliste poco edificanti, vira decisamente su sponde musicali elettroniche che strizzano l’occhiolino all’ondata rave britannica di metà anni novanta. In realtà non si tratta di una vera e propria operazione nostalgia, ma di una rilettura moderna e molto politica delle stagioni musicali degli ultimi anni.

Un lavoro che utilizza la frenesia come veicolo per le proprie denunce. Partendo dal fondo, abbiamo una title track-manifesto capace di analizzare l’incomprensione dell’artista davanti alla velocità del mondo circostante. Ma non solo, anche la copertina del disco realizzata da Wallzo, restituisce un senso di schizofrenia artistica tesa tra l’omaggio a ciò che è stato e l’indefinito della scena futura. C’è poi “Huarache Lights” un’allegoria metallica accompagnata da un video che gioca con gli effetti luminosi. Certo, l’album presenta anche dei quadretti unici come “Easy to Get” – scritta in tempi ormai andati, è un pezzo furbo dal sapore Dance floor-Pop , che stupisce in sede live. Diversa è invece “Need To Know” che richiama le atmosfere della scena Bristoliana di fine anni ottanta, inizio novanta.

In “Why Make Sense?” sono confluite – e si sentono – le esperienze che ognuno dei membri del gruppo ha sviluppato al di fuori della band. L’esperimento sembra avere portato nuova linfa, e c’è da augurarsi che questo possa costituire il rilancio di una band che ha faticato non poco a ritrovare il proprio orientamento nel panorama musicale britannico.