Neil Young – The Monsanto Years

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Coerente e combattente sino al midollo. Neil Young, un sopravvissuto del rock, uno che ha vissuto tutto dell’epoca d’oro e dei grandi Festival, orgoglioso delle sue origini canadesi ha da qualche tempo deciso di sposare la causa ambientalista. E così dopo essersi battuto contro i colossi del petrolio in Canada, stavolta dirige la sua chitarra contro il colosso chimico Monsanto, esplicitamente chiamato in causa già dal titolo.

A collaborare con la leggenda del rock canadese, Young ha chiamato la band The Promise of the Real costituita dai figli di un’altra leggenda della musica rock folk canadese e che risponde al nome di Willie Nelson. Young ha avuto modo di presentare alcuni pezzi dell’album già in esibizioni dal vivo in giro per il Nordamerica: su tutte segnalo la bellissima “A Rock Star Bucks a Coffee Shop“, che sembra un classico di Young di fine anni settanta con l’aggiunta della freschezza musicale e creativa della band che addolcisce le ruvidezze musicali tipiche dell’ultimo Young. Alcune atmosfere sembrano ricordare “Harvest Moon“, come nella title track “Monsanto Year”, “Big Box” e “A new day for love”.

Neil Young per certi versi rappresenta un unicum nel panorama musicale mondiale. Nonostante la maturità, umana e artistica, è sempre rimasto fedele a se stesso, non si è mai piegato a nessuna logica, discografica o di comodo. Questa scelta alla lunga ha prodotto risultati: oltre ad essere un vero riferimento per gli artisti di oggi, il rocker canadese produce ancora oggi dischi eccellenti, di impatto sonoro diretto che surclassano in termini di vendite e qualità tanti colleghi da poco alla ribalta. Neil Young non è tornato, la verità è che non se ne è mai andato.