Ben Seretan – Ben Seretan

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Sembra di sentire il fischio d’inizio di Keep the Car Running degli Arcade Fire e invece è Ticonderoga di Ben Seretan, pezzo che apre il self-titled di un pacioso quanto inatteso californiano, piccolo nuovo maestro nelle corse lungo la sei-corde. Autoprodotto, diffuso precedentemente solo in vinile e cassetta, vede oggi la luce nella modernità del progresso tecnologico grazie alla ristampa in CD presso l’italiana Love Boat Records & Buttons.

Quella foto in copertina, che si potrebbe pensare appartenere a qualche profilo bear su Grindr, rappresenta in realtà il nostro omaccione, che segna con i suoi lunghi e intensi brani un momento frigido della musica infervorandolo d’umanità. Tutto gira intorno a una chitarra e una voce lieve che si poggia appena su di essa. C’è John Fahey che balla con i Sonic Youth, poi arriva Neil Young che sale sul palco assieme ai Television (Ticonderoga), compaiono momenti di gioia estatica (la stessa che Ben porta tatuata sul petto) degna dei migliori A Silver Mt. Zion (The Confused Sound of Blood in a Shining Person). Il rock insegue il blues e il blues diventa post-rock (Blues for Ian M. Colletti), la chitarre combattono la malinconia di Bill Callahan, Lou Reed suona perso tra le nuvole insieme a un devoto Nick Drake.

Ben Seretan, in tutto questo, dimostra una conoscenza più che ampia della musica, facendo convergere in soluzioni originali mondi distanti, tonalità altalenanti dai colori sempre vivi. Per questo i quasi-standard sette minuti delle sue canzoni suonano come trattative tra musicalità opposte che cercano di arrivare ad una pace conclusiva, ne è il massimo esempio la conclusiva Yellow Roses, traccia aggiunta solo in questa versione su disco.