Neon Indian – Vega Intl. Night School

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Lo Xenon era un locale dell’hinterland fiorentino, quando la parola hinterland era più esotica della parola Xenon. Lì, a fare il DJ, il vocalist e parecchio altro c’era Marzio Mugnaioni (detto con poca fantasia Marzio Dance). Quelli che frequentavano il luogo nei primi anni ’80 riferiscono aneddoti tra il sacro e il mitologico e non abbiamo motivi per non credergli. Tra i tanti riti che vi si celebravano c’erano anche l’ascolto collettivo delle novità internazionali e l’eucarestia delle classifiche (come da scuola Discoring, lo spazio Rai musical-domenicale in orario da prepartita). E Alan Palomo aka Neon Indian cos’ha a che vedere con ciò? Bene, in un’altra dimensione spaziotemporale, l’ex prodigio glo-fi torna ancora sul luogo del delitto e inserisce gli scampoli, i brandelli, le reliquie di quei weekend italici nel suo nuovo pentolone chiamato VEGA INTL. Night School.

Tanto per sintonizzarsi subito con quel vecchio mondo di dischi caldi, di conto alla rovescia e neologismi americaneggianti, la traccia d’apertura si chiama “Hit Parade“. E così il terzo album di Neon Indian tiene insieme i samples dello Xenon (“Slumlord” e relativa coda “Slumlord’s Re-lease“) un frammento da Discoring ’84 (“Bozo“) e infinite schegge disco, synthwave e electrofunk. C’è anche spazio per “C’est la vie (Say The Casualties!)“, una divagazione per niente avventata nei tipici distretti di Ariel Pink. Non stona nemmeno l’electro-tropicalismo facile di “61 Cygni Ave“. Per tutto l’album si viaggia comodi alla stessa andatura dell’esordio, Psychic Chasms del 2009 (indimenticabile la title track di allora, costruita sulla perla italo disco “Come On Closer” di Pineapples). Soprattutto riecheggia la volontà di accantonare lo spirito del secondo lavoro, Era Extraña, un disco leggermente interlocutorio, “più suonato che manipolato”. Tornando a Psychic Chasms (piena era chillwave) un suo piccolo limite era proprio l’onnipresente connessione con quella famosa “scena” (nella produzione, nei samples, nel cantato). In VEGA INTL. Night School , invece, le mani di Neon Indian diventano più libere che mai per l’assenza di un codice troppo vincolante. Accade di rado che un disco così dichiaratamente citazionista esprima in modo inequivocabile i tratti distintivi di un artista/metabolizzatore. E questo succede solo a chi sa imporre il suo linguaggio alla materia che centrifuga. Dopo una vita alla console, Marzio Mugnaioni è morto d’estate, due anni fa. Con la complicità di Youtube, in America c’è arrivato per davvero, insieme ai ricordi di un’epoca. Ricordi rilanciati da chi ne ha capito il senso.