Kutso @ Teatro Quirinetta (Roma) – 22 ottobre 2015

A dispetto del caos e dell’imprevedibilità che si percepisce ad un loro concerto, i Kutso, sono precisi e puntuali per il preconcerto. Mentre lo staff finisce di sistemare la sala, la band carica gli strumenti sul palco e inizia il montaggio in un silenzio tipico delle date importanti: Roma è la loro città, c’è grande attesa ma anche, presumibilmente, tensione.
Il soundcheck inizia e il silenzio svanisce, non solo per il suono del timpano della batteria, ma perchè i Kutso iniziano a rilassarsi e a scherzare, non risparmiandosi in scenette tra loro neanche fuori dai riflettori. Forse è anche questo il segreto di quello che succede una volta sul palco, essere se stessi sempre e fortunatamente questo coincide con l’essere ironici e divertenti.

Durante il soundcheck c’è un’aurea di mistero attorno a Donatello, il chitarrista, che prova di spalle al pubblico. Non si pronuncia nemmeno sul travestimento della serata: “vedrai vedrai… non voglio svelarti niente”. Vabbè, allora attendiamo impazienti!

Finito il soundcheck, corrono a fare un’intervista e poi dritti a cena. Non c’è tempo per seguire il soundcheck dei loro amici Etruschi from Lakota che sono in apertura. E a stomaco vuoto non si suona bene, si sa. Sono le 21 e il teatro si sta già riempendo: il pubblico dei Kutso è una garanzia, facce giovani e meno giovani, pure bambini. Arrivano poi anche Adele e Giorgio che dei Kutso Fan Club sono i capi. E Giorgio ha una scatola di legno che custodisce gelosamente, dentro vi sono i nuovi adesivi dei Kutso.

Alle 22:15 iniziano gli Etruschi con il loro ritmi rock e il pubblico dei Kutso inizia ad appassionarsi: d’altronde “Cornklakes” è un pezzo trasmesso tutti i giorni su Radio Rock, ma molti in prima fila cantano anche gli altri pezzi. Colpo di scena poi con il bassista Diego, alias PapaWoz in “Teodoro e Mansueto”: quale migliore benedizione per i Kutso di una benedizione papale!

I Kutso vanno a prepararsi ed io corro nel camerino, curiosa di scoprire il mistero di Donatello sul travestimento della serata. Entro e sono tutti impegnati ad aiutarlo a vestirsi, gli sistemano le bretelle rosse, si mette la maschera sulla nuca, ed ecco: Sloth dei Goonies “bifronte”. Adesso si capisce l’arcano del suonare di spalle. Ed effettivamente è irresistibile, se ne renderà conto anche Matteo durante lo show.

Donatello finisce di sistemarsi, Simone in pantaloncini sembra un arbitro, perfetto con i suoi fischietti, Luca si riscalda le mani. Matteo è serio, è pronto per entrare in scena. Montano sul palco. Delirio del pubblico. Ad “Aiutatemi” Matteo fa salire i fans sul palco, lui parte per il suo surfing Superman, sospeso da un gruppo di fan, per tutta la sala.  Il concerto finisce con “L’amore è” e tutti ballano e alla fine anche io non resisto e cedo.

di Romina Zago