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18 settembre 2015 | Irma Rec | saralov.com |
In Some Kind Of Champion, ultima fatica della metà dei Devics, Sara Lov, la semplicità sonora, limpida e delicata, si fonde alle tenebre testuali. L’album infatti racchiude al suo interno una sorta di flusso di coscienza che, ben bilanciato da luci e ombre, mette a nudo le suggestioni più personali della cantautrice.
Il disco, prodotto da Zac Rae, esce a distanza di quattro anni dall’album di cover “I Already Love You” e vede la collaborazione al piano dell’altro Devics, Dustin O’Halloran. Il getto creativo della Lov si fa intenso nell’esperire le fragilità del privato della sua stessa autrice, mentre l’ispirazione melodica si permea di composizioni pacate che inseguono un pop sognante carico di sussurri soul e divagazioni folk.
Atmosfere eteree e onirismo riflessivo si mescolano all’introspezione più pura (One In The Morning, Diamonds Of The Truest Kind ), mentre una ventata esotica di note ondeggia nella titletrack quasi a celare le origini di questa cantautrice hawaiana cresciuta a Los Angeles. Tra aperture d’archi (The Sharpest Knife), piogge di riverberi (Rain up) e flebili tappeti pianistici jazzy (Trains), il disco è un fluttuare di umori e suoni, di freschezza (Sunmore, Sorrow into Stone), pace in declino (Willow Of The Morning) e anime nere (The Dark).
Some Kind Of Champion non è un album che riesce a lasciare un segno indelebile, ma la sua quiete pulita, a partire dalla produzione, dal sound e dalla voce sospesa della Lov, nonché la sua veste solare e al contempo malinconica, colpisce come la rifrazione di un occhio ormai maturo rivolto verso un ricordo lontano.