Giuda – Speaks Evil

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Dopo il tanto inatteso — quanto sperato — successo oltremanica e oltreoceano raggiunto nel 2013 con “Let’s do it again”, i “Giuda” tornano con “Speaks Evil” (prodotto dall’etichetta svedese Burning Heart), sfornando un album che come di consueto spazia dal glam al blues mantenendo quella patina hard a là AC/DC.

Dieci tracce brevi, semplici e trascinanti, che scorrono via speditamente — forse fin troppo. Sonorità nostalgiche ispirate a Beatles, T rex, e Ramones, condite da un tocco ruspante. Difficile non ficcarsi nelle sabbie mobili dei paragoni e dibattere sull’originalità di un lavoro che, incentrandosi su stili e generi così manipolati, potrebbe far pensare al ricalco. Noi però preferiamo girarci dall’altro lato e considerare la personalità di un disco semplice e diretto che pecca solo per mancanza di acuti – motivo per il quale l’album è fin troppo scorrevole.

I Giuda, come ben sapranno gli appassionati, trovano sul palco la loro migliore dimensione espressiva e siamo certi che anche quest’ultimo lavoro ne trarrà beneficio; pezzi come “Roll the Balls”, “Mama Got the Blues” e “Working Class Man” sono, senza dubbio, le canzoni più riuscite e sicuramente saranno inserite in scaletta nei tanti appuntamenti live — soprattutto all’estero dove la band italiana è riuscita a costruirsi una nicchia di appassionati di genere. Coerentemente con la tradizione vintage che intendono osservare, i nostri con “Speaks Evil” aggiungono un nuovo tassello alla propria discografia, senza cambiare direzione ma restando, fedeli alla musica che privilegiano. Tutto l’album, così come i precedenti, trasuda passione verso i propri idoli. Chi si aspettava di ascoltare una versione aggiornata (?!) degli Status Quo magari resterà deluso, mentre chi ha voglia di scuotere il sedere e godersi un po’ di rock ‘n’roll senza pregiudizi, innaffiando il tutto con litri di birra, è il benvenuto.