Abbiamo trascorso una piacevole mattinata al Quirinetta Caffè Concerto di Roma, in occasione di un’anteprima cinematografica. Una realtà cittadina recuperata e fatta rinascere in tempi recenti, grazie all’iniziativa di alcuni giovani imprenditori.
Lo storico teatro, una creazione dell’architetto Marcello Piacentini, riapre i battenti all’insegna di una proposta eclettica, trasversale, capace di intercettare i gusti più svariati. Situato nel cuore della capitale, a due passi dalla Fontana di Trevi, il Quirinetta sfoggia un cartellone che spazia dalla musica pop alla musica indie, dalla classica fino al jazz, rileggendo la tradizione del caffè concerto in chiave contemporanea, senza per questo escludere, come abbiamo già detto in apertura, la dimensione cinematografica. A tal riguardo, come non far menzione della sua splendida sala polifunzionale, in grado di adattarsi, di volta in volta, alle diverse esigenze spettacolari. In particolare, vi segnaliamo la rassegna cinematografica realizzata dal collettivo “Wanted”, che sarà in scena dal 7 al 10 Febbraio e vanterà titoli come “The Nightmare”, un docu-horror da non perdere sul fenomeno delle paralisi notturne, o l’imperdibile “Chuck Norris Vs. Communism”.
Per saperne un po’ di più, abbiamo scambiato due chiacchiere con Mamo Giovenco, direttore artistico del Quirinetta, il quale ci ha illustrato i punti chiave dell’operazione e la sua rilevanza culturale, soprattutto in relazione al tessuto urbano e alla risposta da parte dei cittadini.
Come nasce, o meglio, come “rinasce” quest’avventura?
Dietro il Quirinetta caffè concerto c’è il marchio “Vite Culture”, un marchio fondato da me, Giulio Amorosetti e Daniele Martelli. Il nostro intento è quello di trasmettere un rinnovato approccio culturale, unito a una proposta che sia la più variegata possibile. Unico tratto in comune: la qualità.
Perché il Quirinetta?
Fin da subito abbiamo intravisto del potenziale. E abbiamo deciso di esaltare al meglio la struttura polifunzionale della sala. Ragion per cui la qualità della proposta è trasversale. Avremo concerti indie, concerti di musica barocca, e c’è in programma anche una serata con Irene Grandi. Inoltre avremo la rassegna cinematografica “Wanted”, con pellicole di assoluto interesse, perlopiù scovate presso importanti festival stranieri, e del tutto ignorate dai canali distributivi nostrani.
Perché è così importante, oggi, un’operazione del genere?
Perché tante realtà di questo settore hanno chiuso, e questo sta creando una dispersione culturale. La gente ormai preferisce stare a casa a guardare la tv. E dopo i fatti di Parigi, la situazione è anche peggiorata. Ma noi non ci arrendiamo. Abbiamo una buona risposta da parte del pubblico.
Spiegaci in breve quali sono i cardini del progetto “ViteCulture”.
Le parole d’ordine sono: recupero, riqualificazione, e sostenibilità economica. E ci tengo a precisare che per svolgere il nostro lavoro non attingiamo da alcun fondo statale. Troviamo validi finanziatori, ci autofinanziamo a nostra volta, e cerchiamo di sviluppare un progetto solido, in modo da restituire al territorio una parte di quella vita culturale che pian piano sembra scomparire.