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04/09/2015 | Autoprodotto |
Una Torino underground ed immortale, proprio come l’araba fenice, ciclicamente rinasce emettendo bagliori pericolosi. Del resto, dalla città che diede i natali a band del calibro di Nerorgasmo, Declino e Negazione, sembrerebbe lecito aspettarselo: almeno quando si parla di musica pesante. Un circuito, quello del capoluogo Piemontese, spesso composto da artisti che dell’urgenza hanno fatto un vessillo. Un buon esempio è rappresentato dagli Haram, che in barba ai tempi di decantazione di sorta, hanno deciso di bruciare le tappe, in tutti i sensi. Un progetto, il loro, che nasce nel gennaio del 2015 per poi concretizzarsi in studio nell’Aprile dello stesso anno in modo da poterlo presentare al pubblico in Settembre. Troppo precoci? Macché.
Diciamolo subito: “Vuoto” è una bella bordata. Mai fine a se stessa, la furia impressa nell’Ep d’esordio del quartetto vanta una stupefacente duttilità nel rigenerarsi, approcciando alla medesima maniera nei confronti di tutte quelle sfumature che dal Post-Hardcore giungono alla sperimentazione, passando per il Metal di stampo moderno – ascoltate “Spanish Invaders” e ditemi se non riconoscete le peculiarità della coppia System Of A Down/Deftones appena il ritmo cala d’intensità. Ma non parliamo solo di questo. A ricordarcelo è l’approccio New School Hardcore dell’omonima opener. Insomma, brani che spesso mostrano una duplice personalità, talvolta sognante, e spesso immersa nel gorgo della disperazione. Un buon inizio.