Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
26/02/2016 | Deathwish | bandcamp |
Una nuova anomala cometa è passata da casa Deathwish (la leggendaria etichetta hardcore di Kurt Ballou dei Converge), un duo italo-americano chiamato Death Index.
Copertina graffiante e immaginario diretto ma intrigante per delle sonorità d’impatto quanto leggermente anomale in relazione al roster della label.
Dieci brani per venticinque minuti di deciso connubio fra hardcore e scarno, abrasivo ed esaustivo post-punk. Anche se, a ben vedere, è proprio l’urgenza del punk ad emergere prepotentemente: chitarre calde ma terrificanti e caos smisurato oltre le pelli. Una voce che, tutto sommato, scivola volentieri verso accenni di melodia; ed allora ecco aprirsi i cassetti della nostra mente e rivelare la figura dietro quei gorgheggi. Parliamo di Carson Cox dei Merchandise, qui coadiuvato dal veneziano Marco Rapisarda (L’amico di Martucci, Sgurd, Ohuzaru, Smart Corps). Ed è proprio quest’ultimo ad aver costruito un vascello così veloce, testandolo fra i “porti” di Palermo, Tampa e Berlino. Hardcore violento ma con un ottimo gusto per la scelta delle sonorità: calde, levigate perfino nella violenza della resa, condite da dense derivazioni noise-rock spruzzate da un tocco di pece Dark – di quello decrepito ma corposo.
Una sorta di versione più estrema dei Metz ma, mentre quest’ultimi volgono lo sguardo al Grunge degli anni ’90, i nostri guardano ai Converge, ai Suicide e ai Christian Death – e magari ai nostrani Horror Vacui. Molti altri punti in comune sono con i Beastmilk, anche se la ricerca della band finlandese non contempla un mondo nel quale convergono un certo tipo di lo-fi con il DIY.
In questa veloce bombetta non si rinuncia nemmeno alle sperimentazioni più venefiche ed elettroniche, sempre permeate da un filtro minimale e Noise (“Lost bodies”), né tantomeno a quelle più ossessivamente tribali (“JFK”). Bravi.