Gianluca Grignani: l’ultimo eroe intossicato dall’alcol

In un’epoca in cui il massimo per un cantante pop, ma non solo, è dichiararsi vegano e/o dirci che la sera va a nanna presto perché l’indomani lo aspetta una giornata impegnativa, (“no, ma io sono una persona normalissima, davvero, sono una persona normalissima, amo i cani, vado in bici, e mi piace la vita sana”, questo tocca sorbirci), anzi, di più, in un’epoca in cui il perbenismo e la sobrietà hanno idealmente imbavagliato i sacrosanti conati del rock ‘n roll, ci è rimasto un solo eroe, forse, un solo eroe capace di rinverdire i fasti della sbornia, i postumi dello showbiz, la figura dannata e maledetta, finanche spernacchiata, dell’artista irregolare. E non è Capovilla (legge troppo per i nostri gusti). Non è Morgan (un genio, ma un provocatore da oratorio rispetto a un Vittorio Sgarbi). E non è nemmeno Vasco (che di spericolata ha conservato giusto la voglia di fare dischi). Stiamo parlando di un altro eroe, in un certo senso l’erede mancato del Signor Rossi. Ebbene, signore e signori, ci stiamo inchinando al cospetto di Mister Gianluca Grignani, proprio lui.

La storia è di quelle tristi. Alla vigilia dell’uscita di “Una strada in mezzo al cielo”, l”album che ne celebra i vent’anni di carriera, Gianluca Grignani è stato soccorso dal 118, nei pressi della sua abitazione a San Colombano al Lambro, in provincia di Milano. Il motivo? Un’intossicazione etilica. Stando alle dichiarazioni rilasciate dai familiari, il cantante, sotto stress per l’uscita del nuovo disco, sarebbe stato colto da forti attacchi di panico, e avrebbe pensato di calmarli ingerendo un grande quantitativo d’alcol. E pare che questi attacchi di panico non siano una novità nella vita dell’artista.

A dire il vero, le recenti apparizioni televisive del nostro (l’ospitata in prima serata nello show di Gigi D’Alessio, il concerto del primo maggio a Roma) ci avevano già mostrato un uomo provato dall’abuso di alcolici, o almeno così lasciavano supporre le sue esibizioni. Detto ciò, pur augurando il meglio a Gianluca Grignani, con annessa guarigione, siamo felici di registrare come oggi, in questo 2016 squallido e saccente, perfettino eppur morente (badate bene che si parla di antropologia dei personaggi musicali nostrani, non dell’oscenità della classe politica o affini), esista ancora un artista capace di mandare a puttane una diretta tv, di mettere in imbarazzo la macchina, di portare la sua purezza di uomo fragile e tormentato in mezzo a questa galleria di figuranti impostati, di androidi più o meno talentuosi. Fanculo voi e la vostra normalità. Forza Gianluca! Rimetti, rimettiti, e torna magari a fare dischi come li facevi una volta, ché siamo sempre più stanchi di questa “Fabbrica di plastica”.