The Bidons – Clamarama

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Sommate i ’70, il Punk, il Garage, il Grunge e certa leggerezza à la Weezer e otterrete la terza esperienza discografica dei The Bidons. Nessun paragone scomodo e nessuna lesa maestà verso chi ha caratterizzato le tonalità di rock succitato: l’ascolto di Clamarama ve ne chiarirà subito il perché.

Sono italianissimi, di Salerno, reduci da un’esperienza decennale condita di collaborazioni anche internazionali, e la consapevolezza del lavoro longevo si traduce in un lavoro di ottima qualità, che risulta un’operazione nostalgia degli ultimi quarant’anni di rock. Un disco in cui si mescolano ordinatamente il clima caldo, spensierato, festaiolo delle spiagge californiane e quello sicuramente più sudicio e freddo di garage inglesi e statunitensi, creando un clima da tempesta.

L’energia di fuzz, batteria, chitarre e bassi slappati, la psichedelia di organo e theremin e i fiati di giustezza rendono ordinato e sofisticato il rumore; un casino ordinato, uno sporco lindo e cristallino che riempiono il vuoto e l’inconsistenza di tanti gruppi che hanno creato dispersione del genere sul terreno nazionale e che si propongono presuntuosamente anche in campo internazionale.

Le cuffie vi resteranno incollate per l’intera durata del disco, senza distrarvi con alternati alti e bassi. Ah, un consiglio dalla stessa band: “To be played at maximum volume”.