James – Girl at the end of the World

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Dopo 13 album può diventare difficile avere ancora qualcosa da dire. Cambiare, modificare, riarrangiare, consolidare. Un casino. Questo in termini almeno teorici. L’innovazione può diventare istituzione, la sterilità dietro l’angolo. Alla luce di tali riflessioni, che possono altresì suggerire un approccio cauto, l’ultimo prodotto discografico dei James ci piace, eccome.

Da Manchester con furore, “Girl at the end of the World” è senza dubbio un prodotto compatto e ben curato. La band ha consolidato una discreta evoluzione dalle primordiali sonorità dei propri singoli risalenti agli anni ’80, uscendo dal loop del “New Romantic” e sviluppando una latente anima Indie – con qualche spezia in più. Il risultato è un disco gustosamente futuristico, sicuramente moderno.

Il singolo “To My Surprise” è un centrifuga di Indie e Scissors Sister, mentre “Dear John” strizza l’occhio ai mai dimenticati Yazoo: omaggiando senza mai emulare. Nuovo e vecchio si fondono costantemente mediante un’elettronica tutt’altro che sterile, artefice di un sound compatto e ben eseguito. Non stupisce esageratamente e non sconvolge, ma si difende piuttosto bene. Inoltre, la band fa trasparire nelle proprie dichiarazioni tutta la spontaneità del momento, quasi a voler specificare che: no, la carica non si è esaurita dopo 13 anni. E questo, volendo, è un valore aggiunto.