Il primo luglio è vicino. Presto uscirà “California”, il nuovo album dei neonati Blink 182 (senza Tom DeLonge e con Matt Skiba degli Alkaline Trio in formazione). Solo allora avremo il quadro complessivo dei brani. Solo allora potremo esprimerci. Certo è, però, che quanto abbiamo ascoltato finora non promette bene.
Prima “Bored To Death” (brano sincero nello spirito ma incolore rispetto ai successi del passato), poi “Built This Pool” (una ventata di sana goliardia, ma diamine dura solo sedici secondi!), e adesso è il turno di “Rabbit Hole”, che conferma tutti i timori di chi fin dall’inizio ha storto il naso dinanzi a questi Blink 182 che imitano i Blink 182 senza essere più i Blink 182, ma ostinandosi, per ragioni di denaro (comprensibilissime), a volersi ancora chiamare Blink 182. Il risultato, purtroppo, è un brano che non brilla, che sa di poco, che scorre come niente fosse.
Si sente, si sente eccome l’assenza di quello strambo cacciatore di alieni di Tom DeLonge, ora perso nei meandri dell’iperuranio, e del suo marketing interstellare. Per noi, un buco nell’acqua (della piscina di cui sopra). Oh, poi giudicate da soli.