Sophie Ellis-Bextor – Familia

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L’ultimo “Wanderlust” è stato un album sotto tono, va detto; anche se in Inghilterra raggiunse la vetta della classifica proprio come il debutto “Read My Lips”. Strana ed eterogenea la carriera di Sophie Ellis-Bextor, sirena audiovisiva capace d’irretire da Spiller a Bob Sinclair, portando contemporaneamente in porto diversi album – dal risultato appunto, altalenante. Come dicevamo, “Wanderlust” (considerato un album intimista dall’artista stessa) non verrà ricordato alla stregua di quei dischi-bomba da spararsi tutti d’un fiato – come ad esempio “Make a Scene” –, per di più oggi esce il suo gemello, quello estroverso.

“Familia è la piccola sorellina estroversa di Wanderlust. Si vede la ragazza di Wanderlust andarsene dall’est Europa verso i lidi più caldi e soleggiati del Sud America: dove si è subito seccata un paio di shot di tequila e anche di Vodka”

Il vizietto d’attrarre irrimediabilmente lo spettatore è rimasto però immutato. “Come With Us” (singolo di lancio) è un brano Dance/Disco-Pop ottimamente bilanciato e arricchito da una linea vocale degna di nota. Delicata escalation di archi e puntuale chitarra rodgersiana: tutto il resto si scrive da solo ed emerge naturalmente. Non fosse che questo risulti alla fine il picco più alto dell’album.

Wild Forever” si accontenta di essere una Soft Electro Ballad primaverile, nulla più. Invece “Death of Love e Crystallise” rallenta brutalmente, facendo strada al pianoforte, al vibrafono e alla delicatezza di certi synth. La suadente voce di Sophie risulta sempre perfetta, forse troppo; talvolta privandosi di quel fresco appeal capace di far decollare gli episodi più riusciti della sua carriera – un velo sotto quel livello di brio al quale ci ha abituato da sempre.

Cassandra” è una divertente divagazione melodrammatica, ravvivata dalla sezione ritmica e dalla performance quasi attoriale della Bextor. Si sale di un gradino con “My Puppet Heart”, frizzante filastrocca dal sapore Britpop che ricorda i Blur quanto i Theaudience – primo progetto Indie nel quale era impegnata Sophie. Aumenta la gamma di sperimentazioni e di varianti sonore con “Unrequited”, ballad per chitarra pizzicata e sezione d’archi che però non riesce ad elevare la cifra stilistica di un album poco riuscito.

Insomma, il delicato usignolo inglese continua a vestire i panni della Indie-Pop lady, e sicuramente, per quanto perfetta e rifinita nelle forme sia la propria timbrica, forse la si lasciava preferire all’interno di un contesto ben più legato al Dancefloor – anche se un paio di recenti episodi l’hanno mostrata sempre capace e votata alla causa. Peccato.

Data:
Album:
Sophie Ellis-Bextor - Familia
Voto:
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