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7 ottobre 2016 | Heavy Psych Sounds | fatsojetson.com |
Idle Hands è la nuova cartolina sonora che i Fatso Jetson ci spediscono direttamente dai soleggiati canyon della California. Respirando la polvere del Desert-Rock e mescolando miraggi psichedelici a chimere Heavy/Blues e tundre Stoner, la band, che ha ispirato gruppi come Queens Of The Stone Age e Kyuss, esplora il suo personale sound con uno sguardo incandescente sempre incline alla sperimentazione e all’eclettismo.
Idle Hands, registrato al Rancho De La Luna e prodotto con la collaborazione di Mathias Scheenberger, è infatti un disco in cui la poliedricità delle strutture ritmiche non disdegna la simmetria delle composizioni, e la fluidità della scrittura abbraccia il groove sempre incisivo, i fuzz decisi e i riverberi ondosi. I riff caleidoscopici vengono edificati di concerto con la granitica sezione ritmica, all’interno di un magma di suoni che accelera e decelerare repentinamente.
Recuperando l’indole degli esordi, votata a un’elettricità ruvida e abrasiva, la band di Palm Desert, fonde suggestioni che partono con la grinta di Wire Wheels And Robots e Nervous Eater per lambire gli incubi distorti e i lamenti da “spoken word” di Portuguese Dream. Non mancano poi le allucinazioni decadenti, come quelle del lungo mantra strumentale Seroquel, e le cavalcate oscure (titletrack) e risolute (Last Of The Good Times). Acidi e apocalittici vortici strumentali fagocitano infine Dream Homes.
In Idle Hands i Fatso Jetson modellano i generi in maniera matura e mai banale, rimanendo sempre coerenti con il loro percorso musicale e perlustrando la tensione difforme del suono attraverso i brulli deserti del rock.