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23 Settembre 2016 | Rough Trade | warpaintwarpaint.com |
A distanza di due anni dall’omonimo album d’esordio sotto Rough Trade Records, le Warpaint continuano a trascinare l’ascoltatore all’interno di un vortica composto da riff ipnotici, Downtempo e Ambient Pop.
Heads Up arriva in un momento particolare, caratterizzato più che altro dai progetti solisti delle componenti della band; Jenny Lee Lindberg (aka jennylee) nel dicembre 2015 ha pubblicato il suo primo album solista, “right on!“, Stella Mozgawa ha collaborato con Kurt Vile, con la stessa Jenny Lee Lindberg e con Adam Green.
Emily Kokal in un’intervista ha riferito che i brani sono emersi molto rapidamente, ritrovandosi così a lavorare singolarmente per poi trovarsi in studio e catturare il momento, l’energia creativa. Nelle undici tracce però, non si riscontra questa frenesia compositiva; i brani sono tutti molto celebrali, studiati e curati in ogni sfumatura. Molte canzoni esaltano l’incastro perfetto di più strumenti (“The Stall”) sottolineando un’amalgama crescente nel combo statunitense. Questa caratteristica è rinforzata dalle esperienze esterne maturate da ognuna delle componenti, che ritroviamo nell’Hip Hop di “By Your Side”, nella Pop-Dance (“New Song”) e nell’indie (“Don’t Let Go”).
Le influenze che hanno connotato la band cambiano volto, rimanendo sempre appese come poster nella sala prove – le chitarre in “So Good” rimandano musicalmente a certe sonorità New Wave dal retrogusto Dark. La cura dei suoni è un elemento fondamentare per trasmettere questo tipo di sonorità a cavallo fra il Downtempo e certa musica Ambient dai connotati Pop; dove le chitarre, sempre piene di riverbero, e la batteria si muovono in maniera minimale. Questa singolarità, unita ai passaggi di basso – interessanti quelli in “Above Control” –, induce l’ascoltatore ad una catarsi ipnotica che prosegue in tutto Heads Up.
Con Heads Up le Warpaint riescono a trasportare l’ascoltatore in un’altra dimensione, edificando un mondo surreale. Questa scelta di rallentare, di far emergere effetti, suoni e melodie rimane un punto a favore della band statunitense, che dimostra il suo valore in ogni sfaccettatura degli undici brani.