Attitudine e visual
Ci sono live che non sono semplicemente tali, ma sanno sprigionare bellezza intima e intensità rare, di quelle che ti entrano nella pelle e che si insinuano a lungo e profondamente nella testa e nel cuore. I live di Robin Proper-Sheppard e dei suoi Sophia ne sono l’esempio più calzante. Anche in occasione del concerto al Monk Club di Roma le emozioni hanno danzato insieme alla musica, riversandosi sul palco con tutto il loro abbagliante splendore, ammantate da una scena fatta di luci soffuse ed empatia contagiosa. Dopo anni di tour da solista, Robin Proper-Sheppard è accompagnato dalla band al completo: giovanissimi musicisti dalle capacità tecniche prodigiose che sanno regalare un valore aggiunto, pregno di energia e vitalità, alle già meravigliose composizioni. Le parole, spesso dolenti, giocano così con la forza dei suoni; l’esistenzialismo dei testi si mescola alla potenza delle melodie; la grazia tenue insita nelle canzoni genera un equilibrio perfetto con la costruzione corposa del ritmo. Robin canta con la sua voce sghemba, ad occhi chiusi, mentre il verbo cantato si incontra col vortice sonoro sulla sottile linea che unisce il live alle sensazioni che esso genera.
Audio
Il Monk Club è uno di quei pochi luoghi in cui godersi il piacere del suono. Il sound dei Sophia arriva alle orecchie pulito e penetrante, raccogliendo al suo interno tutte le possibili sfumature: dalla dolcezza delle ballate più quiete alla forza intransigente delle note più potenti.
Setlist
In questo live, più del solito e rispetto all’ascolto su disco, i brani dei Sophia acquisiscono forza, vigore e arrangiamenti nuovi. Diventano pezzi carichi di maggiore energia in un tripudio di forme delicate modellate su derive sonore più dense e distorte. L’ultimo album As We Make Our Way (Unknown Harbours) viene eseguito quasi tutto, ondeggiando nel mare dalla carica esplosiva di Resisting, vagabondando con The Drifter, fino a cullare il pubblico con Baby, Hold On e It’s Easy To Be Lonely. C’è anche il momento per guardare al passato del gruppo con pezzi indimenticabili come If Only, Desert Song No. 2, Bstards e I Left You. Dopo due ore piene di concerto, tutto infine sprofonda nel bis e nella meraviglia glaciale di River Song che si colma di graffi ritmici e distorsioni senza sosta.
Momento migliore
Ascoltare un album, ma con tutta l’intensità che la sua esecuzione dal vivo può sprigionare, immergersi poi nel magma decadente di If Only, Desert Song No. 2, Bastards e I Left You e infine naufragare nella tempesta di River Song.
Pubblico
Il pubblico apre il cuore e la mente trascinato dal live. Robin Proper-Sheppard fa lo stesso, interagendo a più riprese con i presenti e concedendo nel bis la tanto richiesta River Song.
Locura
A dispetto di quello che la malinconia dei suoi testi possa forse far immaginare, RobinProper-Sheppard è una persona simpatica che ama dialogare col suo pubblico, scherzare e raccontare aneddoti simpatici e divertenti.
Conclusioni
Sul palco Robin Proper-Sheppard apre le porte del suo universo personale. È un mondo, il suo, che riesce sapientemente a rappresentare istanti collettivi, perché sa raccontare momenti di vita che in fondo possono appartenere a chiunque. In sede live l’Io diventa con forza un Noi collettivo, fondendosi all’interno di un abbraccio sonoro caldo e sincero.
TESTO: Ida Stamile
FOTO: David Gallì