Dopo avervi parlato del loro ultimo lavoro in studio “The Partheno-Phonic Sound Of Bradipos IV” ospitiamo con gioia il nuovo video della band napoletana oltre ad un succulento approfondimento sul recente tour Californiano. Buona visione e lettura!
The BRADIPOS IV
Tour Diary – August 2016
Era il 1996 quando i Bradipos IV suonavano per il loro primo concerto a Caserta, nella piazza del centro.
Da allora ne sono successe di cose! Centinaia di concerti in tutt’Italia, tanti dischi prodotti ed infiniti ascoltati, qualche figlio, diversi tour in Europa, cambiamenti di casa e di città, donne perdute ed altre ritrovate, varie tournée in Europa e due in California; l’ultima conclusa pochi mesi fa’, che ancora una volta ci ha fatto incontrare i tanti amici sparsi per il mondo che ci seguono e ci danno la benzina per continuare a far marciare il carrozzone.
…e dopo tutto questo, dopo vent’anni tondi, i Bradipi sono ancora qui e, pensando al prossimo album, vogliono parlarvi di quest’ultimo lungo tour che li ha visti vagare da San Francisco a San Diego, passando per l’oceano e per il deserto, fino a raccogliere il senso di qualcosa che dura da tanti anni e che da tanti anni li porta a suonare per chi da sempre gli ha voluto bene, li ha sostenuti, facendoli arrivare sin qua; ma anche per quelli che li tengono sulle palle: se I Bradipos sono arrivati a questo punto è anche grazie a loro!!!
Estate 2016…il gioco comincia!!!
7-8-2016
I nostri piedi calpestano il suolo di San Francisco e, dopo 30 ore circa di veglia, tentiamo di riorientare la bussola e i cervelli. Ancora qualche problema da risolvere: i nostri bagagli non si trovano e fa parecchio freddo, ma il serbatoio è carico e la filosofia non ci manca…un problema alla volta! Stasera si suona al The Ritz a San José. Affiliamo i plettri e lucidiamo le chitarre. Il tour ci chiama! Siamo in gioco!
È sera. Dopo un’ora di macchina Siamo al ‘The Ritz’. Il locale è uno di quei posti che ti piace subito; un locale pensato per suonare, la hall è ampia, i camerini confortevoli e le luci del bar sono intime e seducenti: ma soprattutto The Ritz, stasera, è un locale pieno!
Il jet lag si fa un po’ sentire, ma non importa. Dopo cinque anni siamo di nuovo in California e questo ci basta a trovare le ragioni giuste per esserci. Il tempo di una birra e tocca a noi, ed ancora una volta accade! Ancora una volta il pubblico mai stanco di questa formidabile latitudine ci abbraccia con un calore senza fine. Siamo carichi alle stelle e abbiamo fame e sete e voglia di dimostrarlo e divoriamo ogni secondo sul palco insieme alla gente che è con noi e per noi. Chiuso il set, l’abbraccio continua. I dischi si firmano e si vendono, se ne vendono tanti, tutti quelli portati per la serata (e questo è sempre un bene). La prima è andata! Anzi, è andata alla grande! Ora vogliamo continuare! E ci tocca mantenere il ritmo…Troveremo la strada di casa?
8-8-2016
Lo ha detto ieri Massimiliano: “c’è chi viaggia per perdersi, chi per trovarsi” e noi viaggiando in questo secondo tour californiano ritroviamo tutto il senso di vent’anni macinati tra locali, autostrade e notti in bianco ad inseguire la nostra malattia e la nostra cura. Stamattina si comincia a realizzare: se il nostro Surf-Rock ci ha condotti qui ancora una volta, bisogna viversi ogni secondo fino in fondo, continuando a trovarsi, tra un palco e l’altro, tra il calore della gente e le miglia da percorrere, tra le pause e le veglie di questi giorni.
Oggi siamo alla KFJC RADIO, a Los Altos Hill, per uno show case live. KFJC è una emittente storica della west coast. É un ritorno. Nel nostro precedente tour, dopo un concerto al Forbidden Island, il guru del surf rock, Phil Dirt, ci chiese di esibirci alla radio e non ce lo facemmo dire due volte. Oggi siamo di nuovo qui e l’atmosfera è più calda che mai; cousin Mary ci presenta, siamo in gioco, lo show comincia, sudiamo e suoniamo e suoniamo e sudiamo ancora. Siamo in mezzo ai dischi e alla gente, ci divertiamo. Phil Dirt, dall’altra parte del vetro, sogghigna è tutto scorre. Quando siamo qui, siamo a casa.
9-08-2016
Il Forbidden Island non ha bisogno di molte parole. Anche qui siamo già stati, durante il nostro primo tour in California. Il locale si trova ad Alameda ed è un posto fantastico, dove troneggia un enorme Tiki che fa da porta al regno dei cocktail. Si, perché il Forbidden Island in fatto di distillati non ha rivali. La serata corre veloce con il calore del pubblico, che ci conferma tutto l’affetto di sempre. Siamo coinvolti e precisi, ci lasciamo andare ancora. La gente balla, ci applaude e quando tutto finisce ci sono addosso…abbracci, foto e tanti, tanti cocktail!! Il Forbidden non è un posto che si dimentica…per tante tante ragioni…
10-08-2016
Primo Day Off del tour, ma non potremo goderne più di tanto. Abbiamo 8 ore di viaggio da fare e di mezzo c’è la One, la Pacific Coast Highway, è un’autostrada statale che percorre in direzione nord-sud buona parte della costa pacifica dello Stato della California. una fantastica lunghissima strada che costeggia l’oceano tra salite, discese e dirupi. Malgrado sia una strada panoramica con viste e scenari mozzafiato, tutte le guide sconsigliano di percorrerla di notte; la notte è buia e pericolosa. Noi ne sappiamo qualcosa, la volta scorsa, la prendemmo proprio all’imbrunire e non fu un’esperienza proprio meravigliosa. La buona notizia è che sono ricomparsi i bagagli; fatichiamo per recuperarli, ci perdiamo in mille cose da sbrigare, mangiamo, beviamo, siamo in viaggio. E finalmente realizziamo, sta facendo sera e per la seconda volta stiamo imboccando la One…ancora una volta all’imbrunire, ancora una volta stanchi morti, ancora una volta in balia di noi stessi. Ormai è chiaro: quando c’è il Day Off è la volta buona in cui si combinano guai.
11-08-2016
Malgrado il viaggio imprudente, anche stavolta ce l’abbiamo fatta; sarà il santo protettore dei bambini irrecuperabili che ci pensa. Siamo al Records Surplus, un fantastico negozio di dischi sul Santa Monica Boulevard, dove tradizionalmente si organizzano concerti e presentazioni di album. Siamo in mezzo a pile di vinili e tanta tanta gente che è presente per l’occasione. Ci sono anche Paul Jhonson e George Tomsco, assolute celebrità in USA, un milione e mezzo di copie vendute e collaborazioni con i Beatles. Ci sono anche molte videocamere, forse troppe, perché quando c’è un video ad immortalarti la strizza di fare passi falsi si fa sempre un pò sentire. Insomma, c’è davvero un carico pesante, per questa presentazione del disco, ma l’atmosfera è leggera ed accogliente, la gente ci sorride e ci attende e finalmente tocca a noi.
La nostra esibizione scorre sotto gli occhi dei presenti, con intensità ed attenzione. Alla fine l’abbraccio ed il gradimento sono enormi, le copie del nostro ‘parthenophonic sound‘ si vendono tutte e George Tomsco, dall’alto delle sue milioni di copie vendute si dichiara nostro fan: incredibile! Siamo alle stelle! Stringiamo mani e firmiamo le copie vendute. Poi ci portano a cena e ci godiamo il resto. Siamo stanchi, ma ve bene! Va proprio bene!
12-08-2016
Oggi siamo al Barkley, a Pasadena. Serata esplosiva! tantissima energia! Il proprietario del locale è il fratello del chitarrista di una delle band surf-rock più genuine ed aggressive di questi ultimi anni: The Volcanics. L’ospitalità è incredibile! Tutto è organizzato alla perfezione e, anche stavolta, c’è un carico di gente pronta a tutto. Noi rispondiamo a tono e non ci risparmiamo. Finiamo letteralmente sul pavimento tra gli applausi e le urla del pubblico. I Volcanics sono davvero ospiti ed amici impagabili e tutto finisce con vari di giri di rum, foto e abbracci. Certamente, questa rimarrà una tra le serate più punk del tour, per il calore e la forza della gente e, soprattutto, per l’atmosfera stracarica di energia che abbiamo dato, restituito, respirato. Gran serata!
13-08-2016
Ed eccoci! Probabilmente uno dei momenti più importanti della tournée; siamo al Surf Guitar 101 Convention, il festival di musica surf più significativo in California, che raccoglie le realtà musicali più rappresentative della scena internazionale. Quest’anno si svolge a Torrance, all’Alpine Village. Essere cui è già un gran risultato, ma ora bisogna pestare di brutto e dimostrare che abbiamo qualcosa da dire ed un nostro modo di dirlo.
La giornata scorre veloce tra i gruppi del mattino, i vari stand, le birre e la tantissima gente che, come un fiume, inonda l’Alpine Village con la voglia di fare la più grande scorpacciata dell’anno di musica Surf Oriented. Si fa sera, tocca a noi. Indossiamo gli strumenti e siamo sul palco. C’è tantissima gente è appena siamo su, già si leva un caldissimo ed urlante applauso sulla fiducia: a quanto pare qui c’è gente che ci ama e che ci aspetta e questa sensazione è come una carica alla nitroglicerina! Ed infatti bruciamo il palco a mille all’ora! Alla fine siamo stravolti, bagnati di sudore, indemoniati, ma anche felici come mai. Testa, cuore e musica sono un’unica cosa e l’effetto sul pubblico ci dice che è così che deve andare. Anche stavolta vendiamo e firmiamo tutti i dischi portati per la serata. Anche stavolta abbiamo fatto ciò che andava fatto.
14-08-2016
Siamo ad Huntinton Beach al Surfin’ Sundays – Concert Series, altra importante occasione di incontro e diffusione intorno alla surf music. Tutta la manifestazione si svolge nelle ore del mattino e del primo pomeriggio sul Pier, il grande molo che arriva fino al centro delle onde oceaniche. Il grosso palco è montato a ridosso della spiaggia che dà sul l’oceano e di fronte la gente inizia ad assieparsi sul giardino antistante, portando con sé, sedie, mini-ombrelli da sole, casse di birra e tanti tanti cocktail colorati (da queste parti non mancano mai). L’atmosfera è unica; il vento ed il sole dell’oceano la fanno da padroni, l’aria è dolce, gli stand pieni di colore. Sembra quasi di viaggiare nel passato, quando la musica si suonava di mattina, nei grandi parchi ed ognuno poteva ritagliare uno spazio per godersela essendo come gli pare.
Lanciamo la nostra musica tra la gente e continuiamo a rimanere stupiti di come, da queste parti, il pubblico sappia essere così accogliente e caloroso. A quanto pare, qui ci vogliono proprio bene e noi cerchiamo di fare scorta di tutto questo il più possibile. Ogni volta che suoniamo, ci accorgiamo che ci amano e che noi amiamo loro.
15-08-2016
Siamo ancora ad Huntinton Beach; stasera suoniamo al Surf Dog’s e abbiamo un pubblico di cultori, conoscitori del genere, intenditori insomma; quello che noi definiamo un “pubblico seduto”. Siamo consapevoli che la restituzione della serata saprà di un eccesso di valutazione tecnica, ma ci piace lo stesso e ormai siamo in automatico; anche questo fa parte del gioco.
Il concerto corre veloce sotto gli sguardi e le orecchie attente. Si sente un po’ la mancanza del calore della gente vera che si vive la musica con autenticità. In fondo, detto tra noi, i critici, di cui pur abbiamo bisogno, raramente realizzano un pubblico che aiuta lo show. Tuttavia, il concerto vola serrato, veloce ed efficace, anche sa a volte un certo automatismo prende il sopravvento; un po’ come quando guidi la macchina sovrapensiero. In ogni caso, il tutto scorre, vendiamo molti dischi e portiamo a casa molti apprezzamenti tecnici, mirati e competenti, ammesso che ce ne sia bisogno: i bradipi preferiscono sempre il pubblico di pancia, ma in ogni caso ringraziano grati.
Cominciamo ad essere un po’ stanchi. Una partita a biliardo, un pessimo pezzo di pizza e a letto. Il tour è ancora lungo e malgrado domani sia Day Off abbiamo parecchie miglia da macinare.
16-08-2016
Arriviamo a Los Angeles, tentiamo di fare i turisti, ma non ci viene molto bene; stasera siamo liberi da concerti, potremmo inventarci qualcosa. Alla fine resteremo inchiodati nel traffico tante ore, spenderemo tanti soldi e mangeremo schifezze e tanta birra, quella buona. Qualche cosa seria però riusciamo a farla: un amico Movie Arts Maker ad Hollywood ci porta presso i suoi studios ad ammirare le meraviglie realizzate nell’incredibile fabbrica di sogni e di incubi dove lavora, ma soprattutto andiamo a visitare la tomba di Johnny Ramone, presso l’Hollywood Forever Cemetery: eccoci, siamo venuti Johnny, a dimostrare riconoscenza!! Stupore e commozione!! Abbiamo fatto il nostro dovere.
17-08-2016
Oggi siamo al The Pike, a Long Beach, un luogo che abbiamo già toccato nel nostro precedente tour in California. Uno strano posto, molto raw e concreto!! Ci attendono e noi non li deludiamo, siamo lì, c’è tanta gente. Pochi minuti di preparazione e siamo sul palco. Iniziamo a sentirci un po’ delle macchine; il ritmo serrato di una serata dopo l’altra inizia a trasformarci, ci aiuta a pensare, a perfezionare, a vedere le cose sempre più nitide e chiare. Sera dopo sera, lasciamo delle scorie dietro di noi, l’esercizio, il contatto con la gente, la continuità ci portano a parlare con una musica sempre più limpida. La serata scorre liscia, anche questa serata ci ha dato tanta benzina (da tutti i punti di vista). I giorni ci sorprendono e ci prendono e non ci domandiamo il perché, ce lo prendiamo e basta.
18-08-2016
Ed eccoci al Golden Tiki a Las Vegas!!! Per essere qui abbiamo attraversato il deserto, per poi passare dal nulla al tutto in pochi metri. Come descrivere Las Vegas?? É un gigantesco parco di divertimenti, un carrozzone monumentale di frivolezza, futilità, estremo piacere dell’eccesso e del non gusto; un posto costruito per fare soldi e concedere a chi può ore o giorni di malsana, o forse sana, follia, dipende dai punti di vista.
Il Golden Tiki è all’altezza della città: un locale super tematico dedicato alla tiki music ed a tutto l’immaginario surf exotica! Entrando, sembra di essere in una struttura da parco divertimenti della Disney: maschere giganti, pupazzi scheletro animati e vestiti da bucaniere che sghignazzano, teste voodoo, fumo verde e blu e ogni altro genere di diavoleria; ma soprattutto un mega bancone al neon spettacolare, pieno di ogni genere di liquore che dio, o il diavolo, ha creato. Le bar-girl sono belle e perfettamente intonate. Beviamo alcuni cocktail, forse tra i migliori mai bevuti nella vita (insieme a quelli del forbidden island, sia chiaro). Siamo discretamente ciucchi, qui è inevitabile, e tocca a noi. Inforchiamo le chitarre e andiamo.
L’atmosfera surreale e fumosa del locale ci prende, andiamo senza sosta tra la gente fusa che ci circonda e balla in preda a strane vibrazioni psichedeliche. Il tasso di follia da queste parti sembra parecchio alto, ci divertiamo tantissimo ed anche la gente che è con noi: sono tutti matti. Ma, probabilmente, ormai anche noi non siamo più del tutto in asse con la realtà e in questa città del resto tutto ti porta a non esserlo.
19-08-2016
Oggi siamo nel profondo, siamo nella verità!! Las Vegas è alle spalle e per essere qui, abbiamo attraversato il deserto per la seconda volta, questa volta il deserto vero, miglia miglia e miglia di strada polverosa tra cactus, cieli blu chiaro, scorpioni, tempeste di sabbia all’orizzonte e il nulla.
Il posto dove suoniamo è il Joshua Tree Saloon e si trova nel deserto del Mojave. Tutto sembra tirato fuori da un vecchio film western; si tratta di un luogo incredibile, la gente è incredibile, indiani nativi, camionisti pieni di barba e giovani uomini e donne rudi e polverosi come tutto ciò che è intorno. Questa è la data più diversa e unica del tour; è il concerto più insolito e distante rispetto ai luoghi e ai contesti dove siamo stati sinora; ma è anche il concerto più intimo e suggestivo che abbiamo vissuto.
Suoniamo all’imbrunire un uno spazio esterno antistante il locale, con le nubi del deserto che si addossano all’orizzonte ed il vento che si alza. Le nostre note, così come le nostre anime sembrano arrivare lontano, soprattutto quando intoniamo i nostri classici partenopei che in questo scenario imponente e lunare, per qualche strano motivo, sembrano nati per essere suonati proprio qui, tra questa gente, che ci guarda, ci ascolta, ci applaude, ci avvolge, mentre l’ultima luce sparisce e i lumi del locale incendiano la notte che arriva nel deserto del Mojave. È difficile descrivere quello che è successo poi, dentro e fuori; semplicemente, è stato unico e speciale e probabilmente irripetibile.
20-08-2016
Sveglia presto!! Stamattina abbiamo altre miglia da macinare. Siamo diretti a San Diego al Tiki Oasis per il Party on Monster Island – 2016, quella che sarà l’esperienza più vertiginosa del tour. Il Tiki Oasis è un gigantesco albergo dove ogni agosto, da diversi anni, si svolge uno dei festival party tiki-surf-music oriented più celebre e memorabile del mondo. Tutte le stanze dell’enorme hotel sono occupate dall’immenso pubblico che ogni anno lo popola per un folle ed interminabile party di tanti giorni consecutivi.
Si comincia dalla mattina, a bordo della grande piscina, con musica, go go dancers e decine di cocktail colorati (quelli non mancano mai, ormai s’è capito). Stand pieni di articoli exotica e vintage, old car show, palchi grandi e piccoli un po’ ovunque, uomini e donne in costume, alcuni più nudi che vestiti, tutto perfettamente a tema, tutto assolutamente filologico. E tutto va vanti fino alla sera, quando per ogni giornata, sul main stage si alternano i migliori gruppi della scena internazionale del momento, in un bagno di pubblico che è lì per un solo motivo: vivere quel party interminabile.
Interminabile! si! Perché dopo i concerti del main stage il pubblico si divide per andare in diverse suite dell’hotel dove in ognuna si svolge un Room Party, il momento più folle e decisamente incredibile di tutto l’evento. Le suite si trasformano in locali notturni per bere, ascoltare musica e ballare fino all’alba. La nostra partecipazione al Tiki Oasis ci porterà a suonare ben due volte nella stessa giornata, sia on the stage nella scaletta dei gruppi del giorno, sia in un room party, in coppia con un altra band californiana fantastica: The Tikiyaki Orchestra!!!
Quando arriviamo siamo immediatamente divorati dell’atmosfera! Ci muoviamo in mezzo a quel magnifico delirio! Siamo pronti per il party…come sempre del resto! Il concerto del pool party va alla grande; il pubblico ci guarda da ogni punto dell’hotel, dalle balconate, dalle poltrone salvagente in piscina, dallo spazio sotto il palco. Sono ovunque, come formiche, con i loro cappellini colorati, i loro vestiti leopardati e i loro cocktail formato famiglia. Noi siamo completamente fusi, come loro, e ci divertiamo da morire. Saltiamo, urliamo, strigliamo i nostri strumenti, facciamo il nostro show, nel nostro modo e, a quanto pare, qui non aspettavano altro. A fine concerto l’entusiasmo è alle stelle, ma non è finita: questi sono i bradipos! Ora vi aspettiamo al room party di stanotte!!
E room party sia! Dopo il resto del pomeriggio passato a respirare e a vivere la gente e l’atmosfera incredibile di quel posto, arriva il momento. Siamo nella suite, al bar preparano le ultime cose, prendiamo un paio di drink con gli amici che gestiscono la room e via con qualche Brindisi! Sarà l’ultima suonata della tournée e ci sembra proprio di chiudere in bellezza! Sul ballatoio, fuori la stanza, c’è la fila per entrare; si aprono le porte, la gente è dentro. Che la festa abbia inizio!!!
La suite di riempie in un attimo, lasciamo che tutti abbiano un bicchiere in mano e finalmente iniziamo. Da questo momento in poi sarà un unico, enorme, fantastico delirio!! La gente ci viene addosso, urla, balla! Noi diamo sfogo a tutta la nostra energia, ancora non crediamo realmente di essere lì, ma ci siamo. Tra un pezzo e l’altro ci guardiamo, ridiamo, fissiamo nella mente ogni angolo di quella suite immersa nella luce rossa e blu, tra le urla della gente che è lì per noi, l’odore di alcol, i reverberi che volano. Il concerto finisce tra le richieste del pubblico che ne vuole ancora, ma tocca ai Tikiyaki Orchestra ed anche noi siamo impazienti di sentirli. Cediamo il palco, i ragazzi fanno il loro show e la loro musica ed immergono la suite nelle fantastiche atmosfere lounge-exotica di cui solo loro sono capaci.
Ma la gente non è sazia di rock & roll e appena i Tikiyaki terminano la gente e gli stessi Tikiyaki ci chiedono di suonare ancora. Abbiamo fatto già tutta la scaletta, ma quando suoni da vent’anni recuperare altri brani da mettere su non è un problema. Spariamo fuori tutto quello che abbiamo, attraversiamo il Surf, il Rock & Roll più selvaggio, cantiamo, balliamo…per ore…e ore… La festa sembra non finire mai, noi non la finiamo mai: beviamo, suoniamo, brindiamo e festeggiamo con tutta la gente che è lì per noi in un vortice incredibile e senza fine di suono e di euforia che ci porterà fino all’alba! Il giorno dopo si dirà che il nostro room party è stato il più esplosivo di quella notte! Ci crediamo! C’eravamo anche noi!
21-08-2016
L’ultimo Day off prima di volare verso casa. Il tempo di ammirare San Diego, passeggiare un po’ di fronte all’oceano, fare un ultimo brindisi alla California, ripensando a questi giorni, vissuti con la fame tra i denti, secondo dopo secondo, come se non finissero mai, e subito spariti, veloci più del suono delle nostre stesse chitarre. Anche questo tour è finito…domani si torna a casa.