Toro Y Moi – Boo Boo

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Dopo le recenti sperimentazioni jazzate nate in compagnia con i fratelli Jared e Jonathan Mattson (Chaz Bundick Meets the Mattson 2), Toro Y Moi, ovvero Chaz Bear, torna ad arricchire il suo repertorio pop, stavolta ancora più sfumato e rotondo. Boo Boo, registrato a Portland e uscito per la solita Carpark, ci consegna un maestro della chill-wave sempre coerente e ugualmente catturato dal suo stesso sogno fatto di immagini trasparenti, fumose, estive (Mona Lisa) o evanescenti (Pavement). Propio la trasparenza porta Toro Y Moi a concentrarsi maggiormente sulla musica che sulle liriche, come a prendere distanza da propri ingombranti ingorghi di parole:

I think one thing that really kick started the whole concept of trying to have more space and ambience is just—I got tired of hearing my own voice, honestly. I was like, “Well I don’t know if this song needs vocals.” I feel like I’ve said everything that I need to say.

Oltre alla già citata Pavement, anche in Embarcadero e Mirage è l’astrazione musicale a riempire ogni significato. Altrove però, come per ribaltamento, è la voce a divenire il fulcro della canzone, non tanto a livello lirico, ma si fa protagonista da un punto di vista puramente musicale. Toro Y Moi riesce a nascondere il testo dietro la sua ritmicità cristallina. Un esempio chiaro è You and I: i versi Oh, my God, it took a while/ Oh, my God, it took too long for me to find out if/ I really am for us or this riescono a viaggiare con leggerezza e incastrarsi morbidamente in una complessa struttura in crescendo.

Le radici di Boo Boo sono le stesse mostrate in precedenza da Chaz, e quindi profondamente variegate, con articolati e costanti riferimenti agli anni ottanta, la nascita dei sintetizzatori, all’ambient e al pop giapponese. Oggi, ormai più che distanti da quelle sonorità, è sempre possibile ritrovare qualche elemento funzionale nella frescura dei primi pad, del resto anche Washed Out, progetto amico di Toro Y Moi, tornato quest’anno con Mister Mellow, tramite l’uso di sintetizzatori appena rinfrescati per l’occasione ha costruito momenti interessanti di questi nuovi decenni. Queste le parole di Chaz:

It still baffles me now to think about how people were just experimenting with pads, right when that stuff started coming out. It was such a new sound and it’s always going sound new, or it’s always going to be in its own world I think. That vibe. The sound that you first hear in “Girl Like You” that was a preset that was just one of the sounds. I just played with it throughout the entire album, because it’s so beautiful.

Toro Y Moi riesce a strappare a un momento di fragilità personale, causato dalla rottura con la sua amata musa, un lavoro in grado di esplorare nuovamente quanto fatto in principio in Causers of This e Underneath the Pine. Si ascolti anche Mona Lisa, in cui si dipingono i sentimenti di Chaz per la sua donna, qui vista nell’omonimo dipinto rubato, come stessero sbiadendo: Is there love? (dressed in linen) /She’s a Mona Lisa gone. Sicuramente Boo Boo è un album di rottura maggiormente da un punto di vista sentimentale che musicale, ma in questa nuova/vecchia veste indossata da Toro Y Moi si presagiscono cambiamenti e innovazioni per i cui frutti più maturi si dovrà aspettare probabilmente ancora poco, vista la volontà dell’autore di non andare in tour e lavorare costantemente alla sua musica.

I’ve been wanting to cut back on touring to make more records, and that’s something I started doing last year. I really admire The Beatles for quitting touring and just making records that are better and better. That’s the model I want to follow.

Data:
Album:
Toro Y Moi - Boo Boo
Voto:
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