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14 Luglio 2107 | Reprise | neilyoung.com |
Attenzione a non farsi ingannare. Quando si parla del vecchio rocker canadese bisogna partire dal presupposto che ci troviamo di fronte ad una produzione enciclopedica. Neil Young ha attraversato in lungo e in largo ogni costa del Rock, dalla fase hippy a quella decadente sino al punk e alla new wave. E’ uno di quegli artisti il cui fuoco non si è mai spento e neanche affievolito. Così il suo patrimonio artistico è ancora ricco di lidi e gemme inesplorate che ogni tanto il mercato musicale fa riemergere dai flutti.
Ecco allora la pubblicazione di questo album che fa parte della registrazione di una notte, con alla produzione il fidato David Briggs (quello di On the beach e After Gold Rush), datato 1976. Neil Young all’epoca stava vivendo una fase molto prolifica e ispirata. Del resto, in tutte le fasi della sua carriera ha sempre manifestato la necessità di fare emergere il suo lato più chiuso e intimista, anche nel canto, un po’ sullo stile di un crudo folk singer.
E così in una notte di agosto incide queste dieci canzoni, che poi tra palco e album successivi avrà sempre modo di rileggere e ripresentare in maniera più ufficiale. Qui ne abbiamo la prima versione; non grezza, diciamo pura. Così ci sono brani come “Hawaii” e “Give Me Strength” che hanno visto la luce solo in bootleg e che pure suonano sin dal primo ascolto quasi come dei classici di Young. “Ride my llama” e “Pocahontas” riportano a galla le tematiche care all’artista, quelle incentrate su episodi di frontiera.
Non sono canzoni o interpretazioni che lasciano indifferenti. Anzi, si percepisce la sensazione che Young abbia ancora molto da dire: specie se un album di oltre trent’anni fa risulta ancora tanto fresco e pulito. Qui ritroviamo, per l’ennesima volta, la coerenza poetica di un uomo che ha utilizzato la musica come lente d’ingrandimento mediante la quale evidenziare avvenimenti del quotidiano. Una, necessità, che lo rende più vicino e solidale a ciò che gli accade intorno. Se poi a questo ci uniamo un’infinita ispirazione e un modo di suonare il rock che sembra non invecchiare mai, beh possiamo solo sperare che di altri tesori nascosti, come questo, gli armadietti di Mr. Young siano stracolmi.