Marrano – Gioventù Spaccata

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Togliamoci subito il dente, ché il parallelo con la band dei fratelli Ferrari (Verdena) arriverà puntuale come una sentenza: forse anche giustamente, vista l’egemonia sul Grunge (?) italiano conquistata meritatamente nel tempo dal gruppo bergamasco. Insomma, l’opera prima dei Marrano si abbevera sicuramente alla fonte di certi approcci consolidati in un Requiem, sottolineati da esclamazioni per una maturità ottenuta (Wow!), lasciando al contempo che i riferimenti portanti puntino altrove.

Lo scarto, dopo la narrazione di una genesi (“Belgrado“), e tutta una prima parte quasi devozionale nei confronti di un modus operandi ormai cronicizzato nella scena nostrana – che culmina nel secondo episodio “Torna A Casa” –, avviene nella seconda metà del disco.

Intendiamoci, stiamo parlando del raggiungimento, quantomeno intravisto, di quella cifra stilistica capace di determinare l’anima di una band, riconoscibilità ma soprattutto “tiro”; e parlando di un esordio, il fatto di esserci già paurosamente vicini non è cosa assolutamente da sottovalutare.

L’ombra malignamente materna dei Nirvana (di “Bleach“) comincia a palesarsi maestosa fin dalle invettive di “Fai Ridere“, esplodendo definitivamente nella successiva “Gutro” – piccolo gioiello Punk-Grunge à la Zico Chain, ve lo ricordate il devastante Food? – inaugurando un’entrata nelle tenebre, malcelata in precedenza.

Si rallenta così nella penombra di un rimpianto (“Ce L’hai Nel Sangue“), aprendo il respiro ai miasmi tossici di una relazione andata a puttane. Non manca l’anti eroe sportivo per eccellenza (“George Best“), amore a dosi indicibili e autodistruzione: non è proprio questo l’insegnamento lasciatoci in dote da quel periodo di passaggio che nei Nineties incendiò i cuori di una generazione?

I tuoi errori non li sbagli mai, George“.

Data:
Album:
Marrano - Gioventù Spaccata
Voto:
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