Fossati, Ivano – Lampo Viaggiatore

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Ho sempre avuto grande stima per Ivano Fossati, musicista, autore e arrangiatore superbo. Nella sua carriera ha prodotto grandi dischi come “La pianta del tè”, “Lindbergh”, i due volumi “Dal Vivo” e molti altri senza considerare i dischi in cui in veste di produttore o musicista ha dato un tocco di classe e qualità citiamo su tutti “Anime Salve” dell’indimenticabile Fabrizio De Andrè.
Questo suo nuovo lavoro segna il ritorno del cantautore a sonorità meno “pesanti” rispetto agli ultimi lavori, una strumentazione molto ridotta arrangiamenti molto belli ma non invadenti e una sostanziale “leggerezza” che sembrava ormai perduta, merito anche del abbandono del pianoforte a favore dell’organo Hammond (suonato molto bene da Pietro Cantarelli) strumento molto meno sofisticato e più adatto ad un disco sostanzialmente rock. Si perché questo “Lampo viaggiatore” è sostanzialmente un album di rock (o meglio pop-rock) con leggere venature di musica latina con sempre ben presente il suo impegno politico. Quello che sinceramente mi convince poco sono i testi di alcune canzoni come ad esempio il singolo apripista “La Bottega di Filosofia”, musicalmente molto bella e allegra ma il testo l’ho trovato molto confusionario, poco chiaro; Ivano usa un linguaggio abbastanza ricercato con allusioni non molto intuitive. Stesso discorso vale per ”Contemporaneo” oppure nella gia nota “Io sono un uomo Libero” che avevo faticato a capire anche nella versione di Cementano. In questi brani il messaggio appare sempre poco chiaro e confusionario almeno per l’ascoltatore medio come il sottoscritto.
Ci sono comunque anche degli ottimi momenti come “La bellezza Stravagante” un vero inno alla passione e al desiderio oppure in “Luci ed Ombre” brano che mostro tutto l’amore che Fossati nutre per il mondo del cinema nel suo lato più poetico. Bella anche “Cartolina” che ci racconta in modo spensierato il gusto del “far niente” tipico delle vacanze.
Tirando le somme si può dire che “Lampo Viaggiatore” è un capolavoro mancato, un disco decisamente più che buono ma che soffre dei difetti di cui sopra che gli impediscono di elevarsi ad un livello superiore, queste comunque sia non possono pregiudicarne l’acquisto; Il lavoro è ottimo senza dubbio solo che da uno con la classe di Ivano Fossati ci si aspetta sempre il massimo e quando questo non arriva si rimane un pochino delusi. Resta comunque il fatto che nello squallido panorama italiano è difficile al giorno d’oggi sentire di meglio, nonostante le ombre averne di dischi di questo spessore.