Vaughan, Stevie Ray – Live at Montreux 1982 and 1985

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:

Questo doppio live è stato pubblicato nel 2001 ma per una ragione o per l’altra ne avevo sempre rimandato l’acquisto, ora mi sono deciso a comprarlo e ho avuto la conferma di quello che mi aspettavo e cioè che si tratta dell’ennesimo capolavoro di quello che giudico il più grande chitarrista che abbia mai calpestato questo mondo dopo Jimi Hendrix.
Il primo cd contiene 8 songs registrate nel 1982 quando SRV e band ancora non avevano un contratto discografico ed è stata la prima volta che un gruppo che non aveva ancora inciso nessun album veniva invitato al prestigioso festival di Montreux. La straordinaria esibizione del chitarrista texano gli vale il contratto discografico con la Columbia e da li partì la storia di SRV.
Il disco si apre con un super classico come “Hide Away” di Freddy King, brano considerato una sorta di banco di prova per ogni chitarrista blues e SRV lo esegue in maniera impeccabile facendo subito capire al pubblico presente di che pasta era fatto. Seguono poi i brani che andranno a comporre il leggendario Texas Flood album entrato di diritto nella storia della musica, una vera pietra miliare. Troviamo così “Pride and Joy”, “Texas Flood”, “Dirty Pool”, “Rude Mood”, “Love Struck Baby” per concludere con un altro classico “Collins Shuffle” di Albert Collins; Una esecuzione magistrale di tutti i brani che colpì a tal punto David Bowie, presente tra il pubblico, il quale invitò Stevie a suonare con lui. Queste 8 canzoni sono particolarmente importanti perché ci offrono la prima apparizione di SRV in un palcoscenico di portata internazionale come quello di Montreux. Il fatto stesso che egli abbia scelto di interpretare brani molto complessi come Hide Away ci fa capire quanto Stevie fosse sicuro delle proprie capacità e padrone assoluto della sua Stratocaster, tanto da non temere il confronto con un pubblico molto esigente come quello del prestigioso festival. E’ inoltre molto bello seguire le reazioni del pubblico, quando all’inizio lo speaker presenta la band si sento dei brusii quasi di disappunto poi man mano che lo show va avanti si sentono sempre più applausi fino a giungere a delle vere e proprie ovazioni.
Il secondo cd invece ci offre il trionfale ritorno del 1985, Vaughan era gia una stella di prima grandezza e i suoi 2 primi album avevano riscosso un enorme successo di vendite e di critica; In questo concerto è inoltre presente in veste di ospite il leggendario bluesmen texano Johnny Copeland.
11 brani di una intensità indescrivibile, SRV in forma strepitosa e il pubblico in delirio assoluto. Ritroviamo i classici del suo repertorio gia presenti nel primo disco con l’aggiunta di almeno due capolavori assoluti come “Thin Pan Alley” (della durata di ben 13 minuti) in cui la classe di Vaughan raggiunge livelli impensabili, regalandoci degli assoli memorabili nel suo classico stile “ a corda singola” (di cui era maestro Albert King) e un cantato di livello davvero notevole a driprova che egli non era solo uno straordinario chitarrista, questo brano era gia stato pubblicato su una delle tante antologie di inediti ma inspiegabilmente in quell’occasione è stata tolta la vera ovazione finale che il pubblico tributa al grande SRV, la bellezza di un live sta anche in queste cose è bene non dimenticarlo. L’altra perla del disco è la memorabile “ Voodoo Child ( Slight Return)”, inutile dire che la versione che il nostro ci regala è da togliere letteralmente il fiato. Di grande valore infine anche i brani tratti da Couldn’t Stand The Weather, la title track e Scruttle Buttin che apre il cd in modo dirompente.
Stevie Ray Vaughan è stato un vero genio della 6 corde e questo imperdibile doppio live ne è l’ennesima dimostrazione, acquisto consigliato a chiunque, un disco di tale valore ( anche storico) non può davvero mancare nella vostra collezione. Da segnalare infine le belle note di copertina scritte da David Bowie e dai Double Trouble (il tutto arricchito da delle bellissime fotografie) a dimostrazione che SRV non era solo blues ma rappresentava l’essenza stessa del rock n’ roll….quanto ci manca!!!