Cray, Robert – Time Will Tell

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Robert Cray ha ormai 50 anni e circa una ventina di album alle spalle; ma chissà perché tutte le volte che ascolto qualche suo disco ho sempre l’impressione di sentire un musicista incompleto, un ragazzo alla ricerca di una sua identità artistica ben definita. Sarà perché lui tende sempre a mischiare il blues con il soul e con il pop, saranno i suoi toni sempre pacati e mai sopra le righe ma l’idea che ho è sempre quello di un disco incompleto. Per intenderci anche Albert King “sporcava” il suo blues con i suoni soul ma lo faceva con personalità, ogni lavoro aveva la sua firma ben riconoscibile e poi c’era la magia della sua chitarra. Questo con Robert non succede mai, anche i suoi lavori più acclamati come “Bad Influence” e “Strong Persuader” per me soffronoid questo difetto, l’eccezione è “Showdown” mas li con lui c’è Albert Collins e si sente! Ma torniamo a “Time Will Tell” ultimo album del nostro patinato Robert. La miscela è sempre quella: Suoni blues tinteggiati dal soul ma con stavolta l’aggiunta di una spruzzata di calypso. Il disco si apre con “Survivor” un brano piacevole a tinte calde ben cantato dal nostro, gia in questo brano di apertura si sente la nuova impronta di matrice caraibica. Non male anche la successiva “Back Door Slam” forse il brano più duro del disco. Per il resto mi sembra di risentire il solito Cray, tante canzoni da 6 in pagella ma nessuna da 8, Però qui ce ne sono un paio a cui il 5 va anche stretto come ad esempio “Up in the Sky” una canzoncina leggera leggera che probabilmente avrà il suo successo nelle radio USA o “Distant Shore” brano del tutto anonimo che sembra messo li solo per far numero, stesso discorso per “Lotta Lovin’” ma forse è ancora peggio.
In sostanza un disco non brutto ma anonimo, mi piacerebbe che Robert per una volta osasse un po’ di più, che avesse un minimo di coraggio: Invece sta sempre nel suo brodo, sa che quello che fa avrà dei riscontri sicuri e preferisce andare sul sicuro. Personalmente preferisco artisti più spontanei e coraggiosi. Robert Cray mi sembra una eterna promessa…mancata