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“The King of rock & soul”, “The Bishop of soul” questi sono i soprannomi con cui è conosciuto Solom Burke, soprannomi del tutto meritati perché la voce del corpulento soulman di Philadelphia è una delle più incredibili che la musica (tutta) abbia mai visto, così calda ed emozionante e vera, una voce davanti alal quale è impossibile non emozionarsi. Nel corso degli anni 60 Solomon aveva segnato i cuori di molti appassionati con dischi indimenticabili come “Proud Mary” ma poi la sua stella si è un pochino oscurata. Non per colpe proprie intendiamoci ma perché l’attenzione del pubblico si è progressivamente spostata su altre cose. Il nostro imperterrito ha continuato a produrre dischi e oggi alla veneranda età di 69 anni (nel 2002 anno di uscita del disco erano 67) ritorna con questo fenomenale “Don’t Give Up on Me”. A dargli il benvenuto in veste di autori delle canzoni nomi di valore assoluto come Bob Dylan, Van Morrison , Tom Waitts, Elvis Costello e molti altri. Ma attenzione questo album non è una mera compilation di cover, la maggior parte dei brani sono stati scritti apposta per questo album, gli altri sono inediti o canzoni che gli stessi autori hanno deciso di regalare al grande soul man perché adattissime al suo stile unico ed inconfondibile. I vari autori hanno composto le song pensando alla incredibile ugola del “vescovo” e il lavoro risulta così lineare ed omogeneo. In Cabina di regia siede Joe Henry (che firma anche “Flesh and Blood”) che sa arricchire la strepitosa prova vocale di Burke con una bella parte strumentale composta da organo, piano, chitarre acustiche ed efficaci cori femminili. L’atmosfera che si respira in “Don’t Give Up on Me” è notturna e suggestiva , le 11 canzoni sono dei veri inni soul, musica che tocca direttamente l’anima. Inutile dire che la vera grande protagonista dell’album è la voce di Solomon Burke, il nostro offre una prestazione a dir poco esaltante e, anche se non esprime mai a pieno tutta la sua devastante potenza (forse le pareti dello studio non erano abbastanza solide) ,il risultato è favoloso. Tra le cose migliori del lavoro la title track che apre il disco (scritta da Dan Penn uno degli autori favoriti del vescovo) una struggente ballata soul intimista di grande spessore, l’interpretazione di Solomon è a dir poco strepitosa, si sente che le canzoni sono state fatte per lui e soprattutto scelte da lui. La voce gli esce direttamente dal cuore e va a raggiungere livelli che il nostro non toccava da tempo Grandiosa anche “Flesh and Blood” di chiaro stampo jazzistico, una ballata da club fumoso perfetta per l’ugola del vescovo che può esprimersi in tutte le sue sfaccettature passando da toni cupi e cavernosi ad altri più acuti e dirompenti. “Soul Searchin’” è soul divertente e leggero ma di grandissima presa. Van Morrison è presente con due canzoni: “Fast Train” e “Only a Dream” brani in soul e jazz si fondono a meraviglia, la prima più cadenzata la seconda più vibrante ed affascinante con Burke davvero strepitoso che passa da un tono quasi sussurrato a improvvise accelerazioni in cui si nota tutta la sua incredibile potenza vocale. Molto bello il lavoro del piano in sottofondo. “Stepchild” è un inedito di Dylan, la chitarra elettrica dal tono acido è quella di Daniel Lanois che accompagna il vescovo in questo “blues” secco e minimale che da modo al nostro di esprimere molta della sua strepitosa forza soprattutto nella seconda parte del brano. In “None of Us Are Free” il king of rock & soul è accompagnato dai Blind Boys of Alabama. La voce si fa più roca, perfetta per l’accompagnamento in stile gospel degli illustri ospiti. “Diamond in Your Mind” è stata scritta da Tom Waitts e quasi Burke va a ricalcare lo stile dell’autore ricavando tonalità a tratti roche e cavernose per una delle song più belle del disco dotata di un irresistibile ritornello.
“Don’t Give Up on Me” è un disco magnifico, tutte le canzoni sono splendide e la voce di Burke è davvero magica. Il Vescovo si dimostra in grado di saper cogliere qualsiasi sfumatura possibile e ci regala una prova vocale straordinaria per impatto e qualità delle esecuzioni. Non fatevi scappare questo album perché al giorno d’oggi di lavori così se ne trovano davvero pochi e di cantanti di questa levatura ancora meno.