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Non mi stancherò mai di ripeterlo: a mio avviso, gli anni di collaborazione con Johnny Winter hanno segnato il periodo migliore di Muddy Waters dopo i gloriosi tempi del Chicago blues. Siamo tra il 1977 e l’81 e gli album prodotti in questo quinquennio sono tra i migliori della discografia di grande Muddy. Dischi come “Hard Again”e “I’m Ready” sono quanto di meglio ha prodotto Waters nella seconda fase della sua carriera. La band che lo accompagna è a dir poco stellare e il grande bluesman del Mississippi è in forma straordinaria. Alcuni puristi del blues giudicano con qualche riserva la collaborazione con Winter, allora famoso più come rocker che come bluesman (erano i tempi di Johnny Winter And in compagnia di Rick Derringer): la sua popolarità mette in ombra l’importanza di Muddy, il quale, a dir di molti, si sarebbe avvantaggiato del grande successo del chitarrista albino per rilanciare la sua immagine. Personalmente trovo questa teoria a dir poco strampalata: anche un fenomeno come Johnny Winter non può che finire oscurato dell’enorme carisma di mr. Morganfield. La verità a mio avviso è che i due formano una coppia sensazionale: Johnny Winter, che è anche il produttore di quei dischi, aveva capito bene come rivitalizzare il sound di Muddy Waters e lo stesso Muddy aveva capito che Johnny era l’uomo giusto al posto giusto. Il resto lo fa la strepitosa band che li accompagna: In essa militano, a turno, James Cotton e Jerry Portnoy all’armonica, Bob Margolin e Luther “Guitar” Jr. alla chitarra, il fedele Pinetop Perkins al piano, Willy Big Eyes Smith alla batteria, Calvin “Fuzz” Jones e Charles Calmese al basso. Con qualsiasi formazione essa si schierasse era comunque una band coi fiocchi. Questo “Muddy Mississippi Waters Live” nella sua edizione originale racconta proprio uno dei numerosi concerti che Muddy ha tenuto con questa formazione. Ora la Legacy ce lo ripropone in una sontuosa versione Deluxe con ben 11 bonus tracks (tutte nel cd 2) e una confezione splendida. Il primo dischetto è la versione originale del disco rimasterizzata in digitale. La formazione che accompagna Waters era composta da Johnny Winter, Jerry Portnoy, Luther Guitar Junior, Bob Margolin, Calvin Jones, Pinetop Perkins e Willie Big Eyes Smith. Le canzoni presenti sono alcuni tra i più grandi hit di Muddy: “Mannish Boy”, “Nine Below Zero”, “Bowling Wolf”, “Baby Please Don’t Go”, “Streamline Woman”, “Deep Down In Florida”, brani leggendari eseguiti alla grandissima con Johnny Winter e Muddy Waters veri mattatori assoluti. Il vocione e il carisma dell’uno e la slide affilata come un rasoio del secondo si trovano a meraviglia. Muddy chiama spesso Johnny che risponde da par suo con assoli strepitosi e interventi vocali di grande potenza. Jerry Portnoy all’armonica offre una prestazione super, sempre preciso e puntuale negli interventi, mentre il resto della band si esprime su livelli straordinari, partendo dalla sezione ritmica per giungere alle 2 chitarre fino al magico piano del grandissimo Pinetop. Questa è la parte nota del disco, quella che tanti appassionati di blues conoscono ormai a memoria. Il secondo cd , come detto in precedenza, è invece totalmente inedito. La formazione è un po’ diversa: non c’è Johnny Winter e Calvin Jones viene sostituito da Charles Calmese. Dopo la presentazione dello speaker si parte con un medley da brivido composto da “After Hours” e “Stormy Monday Blues”, 12 minuti di straordinaria musica con un Pinetop Perkins a livelli stellari. E’ lui il vero motore ritmico della Muddy Waters Band, lo è stato per 40 anni, il suo innato senso del ritmo e la sua intesa con il leader erano il vero segreto di un sodalizio tra i più longevi della storia della musica. Muddy in questi due brani è a dir poco eccezionale, cambia tonalità di voce di continuo, improvvisa e da spettacolo come solo lui sa fare. Si prosegue con “Trouble No More” con una grande prova dell’armonica di Portnoy che suona con lo stile di Little Walter (armonicista nella versione originale del pezzo). “Champagne & Refeer” è eseguita da manuale col tipico andamento talking blues. Ancora grandissimo Portnoy: Muddy ha sempre contato molto sul ruolo dell’armonica nella sua band, non a caso tutti i più grandi interpreti del piccolo strumento li ha lanciati lui, da Little Walter a Walter Horton passando per James Cotton e Junior Weels e lo stesso Jerry Portnoy. Prima di concludere c’è da segnalare anche un sempre strepitosa “Hoochie Coochie Man” col pubblico in delirio assoluto e una grandiosa “Got My Mojo Working” con re Muddy che invita il pubblico a cantare con lui. In mezzo altre piccole grandi gemme come “Corinna Corinna”, “Pinetop’s Boogie”, “Kansas City” (entrambe con una straordinario Pinetop Perkins alla voce) e tante altre.
Per chi scrive Muddy Waters è stato il più grande bluesman di tutti i tempi, strepitoso in studio e ancora più fenomenale dal vivo. Un artista straordinario che ha influenzato intere legioni di musicisti rock, blues, soul e quant’altro. Muddy era eccezionale in tutto, diverso da qualsiasi altra super star della musica: egli non hai mai avuto problemi a far militare nella sua band musicisti di grandissimo talento e altrattanto garnde fama, non si è mai preoccupato che questi potessero rubargli la scena: quando sul palco saliva lui il suo carisma offuscava chiunque. Ascoltate questo meraviglioso doppio live e vi renderete conto anche voi di cosa ha significato la figura di Muddy Waters per la musica tutta.