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La bella Zoe ha ricevuto da un ammiratore sconosciuto e romantico quattro splendidi fiori dai colori intensi, questi fiori si sono trasformati in musica e “Normalmente Scompaiono” ne è il risultato. Arrivano direttamente da Bologna, nei primi mesi del 2003 e sopravvivono al freddo, rimangono rigogliosi tenendosi ben stretti le loro sfumature chiaro-scure nella loro voglia di non appassire. Sono dodici tracce che scivolano lente e delicate tra elettronica e archi, mai uguali o ripetitive ma legate da un sottile filo scarlatto che rende ogni singolo episodio legato al precedente e soprattutto crea la curiosità necessaria per l’ascolto del successivo.
Questi quattro fiori non vogliono conquistare Zoe tramite storie straordinarie di amori eterni, promesse di felicità o parole dolci e un po’ finte, loro le raccontano con un pizzico di disillusione della vita di tutti i giorni, delle piccole cose che tendiamo a perdere di vista, dei sogni e della solitudine, della voglia di combattere ancora per un sentimento, per un’idea, per tutto quello che a loro modo reputano importante. La voce di Matteo Romagnoli ci accompagna in questo personale viaggio alla scoperta di quello che a volte gli occhi tendono a trascurare, lasciando sulle labbra un sapore dolce e amaro allo stesso tempo, ma irrinunciabile.
Nel disco viene convogliata una buona dose di attitudine elettronica simile a quella dei Notwist di ‘Neon Golden’ e perfino a quella Radioheadina di ‘Ok Computer’, con un songwriting che caratterizza il pop italiano di album come ‘In Continuo Movimento’ dei Tiromancino o ‘Trasparente’ di Marco Parente.
Il disco si apre con il singolo “Solitudine e me”, canzone accompagnata da un testo disilluso, scritto a mente fredda e di una realtà disarmante, segue poi la quasi-filastrocca di “Quando respiro”, “Colin ha inventato i colori” è particolarizzata da un recitato che ricorda molto Emidio Clementi ai tempi dei Massimo Volume, “Porte come gatti” è, invece, forse il momento più “easy” per il ritornello che ti entra facilmente in testa (forse anche troppo..).
Altra situazione degna di nota particolare è la traccia numero otto “Non significa due” scritta dalla penna del ex Scisma Paolo Benvegnù alla quale ha anche prestato la voce.
“Normalmente Scompaiono” è un album curato nei minimi particolari, intenso e caldo, a cui lasciare un posto di riguardo nella propria collezione.
Sono i quattro fiori che tutti vorremmo ricevere, e dobbiamo solo sperare che la fortunata Zoe li tratti con cura e non gli faccia perdere quel profumo intenso e quei colori che li contraddistinguono da tutte le rose rosse patinate che si vedono in giro.