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Ci sono band che sono durate poco più di un battito di ciglia ma hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica. Una di queste sono proprio i Buffalo Springfield. La loro storia dura nemmeno due anni, esordiscono nel ’67 e si sciolgono nel ’68; in tutto 3 dischi fondamentali che danno vita, assieme ai Byrds, al country rock così come lo conosciamo ora. Ma non solo: dalle ceneri dei Buffalo nascono CSNY cioè quella che per un certo periodo negli anni 70 è stata la band più famosa del mondo, il gruppo che era capace di oscurare giganti come Led Zeppelin, Dylan, Dead e via dicendo, facendo registrare vendite record e influenzando intere generazioni di musicisti ancora oggi. E’ importante capire che CSNY non sarebbero esistiti senza i Buffalo Springfield e che gran parte dei loro classici poggia le sue basi proprio sul repertorio dei BS. Neil Young e Stephen Stills con questa band si son fatti le ossa come autori e musicisti prima di intraprendere le carriere soliste che poi si sono congiunte quando “cavallo pazzo” ha deciso di unirsi ai 3 amici (Stills, Crosby, Nash) . La musica dei Buffalo come già detto era assai innovativa, univa la passione per il country con la vena rock di matrice pacifista e leggermente psichedelica tipica della California dei tardi ’60. Alle debordanti sferragliate elettriche di Neil si alternavano banjo e mandolino e dobro. La tradizione si univa alla modernità e i nostri si lanciavano dritti verso la leggenda. La band oltre a Neil e Stills era composta da Don Randi al piano, Bruce Palmer al basso, Dewey Martin alla batteria e Richie Furay,che firma anche alcune splendide canzoni, alla ritmica (in questo album ma i musicisti sono cambiati tra i vari dischi). Dopo l’esordio con l’omonimo Buffalo Springfield i nostri confezionano il loro capolavoro con questo BS Again. Un disco ricco di suoni e influenze, un lavoro eclettico e sorprendente che contiene veri capolavori come “Mr. Soul” un brano elettrico con chitarre distorte e quel tono misto malinconico, scarno e psichedelico tipico della musica di Neil. “A Child’s Claim to Fame” invece è basata su una tipica melodia country molto gradevole, con cori e steel guitar sugli scudi. “Everydays” è leggermente jazzata con improvvisi e rapidi inserti di elettrica, la voce di Stephen appena accennata, un gioiello di raffinatezza e gusto. “Expecting to Fly” è una ballata 100% Neil Young, una di quelle canzoni che hanno reso grande il canadese, uno di quei classici senza tempo che si ascolteranno ancora con stupore tra 30-40 anni. Stesso discorso per “Bluebird” forse il brano più celebre dei Buffalo, la canzone perfetta per comprendere lo stile della band, cantata in coro con le chitarre elettriche che graffiano e si alternano all’acustica. Memorabile. Questo album è un incredibile raccolta di classici, ascoltate ad esempio “Hung Upside Down” e ditemi se in essa non ci riconoscete almeno altre 100 canzoni venute dopo, comprese molte dei Led Zeppelin, tanto per non fare nomi una di quelle ballate hard psichedeliche che ereano il must degli anni ’70. “Sad Memory” è una toccante ballata acustica dai toni notturni ed avvolgenti. Si prosegue con un altro grande classico come “Rock & Roll Woman” con i suoi cori tipici del west coast e i contrappunti di chitarra acustica a cui fanno seguito gli assoli magistrali di Hammond B3 e di chitarra elettrica. Si chiude con la straordinaria “Broken Arrow” ennesimo super classico a firma Neil Young.
“Buffalo Springfield Again” è uno dei grandi dischi degli anni ’60, uno di quegli album che hanno fatto scuola, un lavoro imprescindibile.