Intervista a Old Time Relijun: La violenza delle radici

  • Parlando di Lost Light e degli Old Time Relijun in genere, quanto ha influito l’abbandono di Phil Elvrum (ora a tempo pieno con i Microphones) e l’entrata di Rives?
  • Gli Old Time Relijun sono evoluti molto nel corso degli anni. Abbiamo cominciato a suonare nel 1995 con Bryce Panic alla batteria sul primo album. Phil suonò con noi dopo l’abbandono di Bryce, così come Rives suona con noi dopo l’abbandono di Phil. Penso che il suono della batteria sia molto cambiato con l’entrata del nuovo batterista e naturalmente ha influito molto sul suono di ogni diversa parte della musica. Quando registreremo un altro album, sarà con un nuovo batterista, e naturalmente suonerà differente ancora una volta!
    Su Lost Light, ancor prima che Rives entrasse nel gruppo, io già sapevo che volevo registrare un album molto ballabile e ipnotico in altri modi. Rives è stata la persona giusta che ci ha aiutato in questo progetto.
  • Cosa intendi quando dici “più ballabile”?
  • Voglio fare musica che aiuti gli ascoltatori a sentirsi molto più connessi col loro corpo.
  • Quindi quanto è importante la relazione corpo/anima nella tua musica?
  • La mia musica esplora la radicale idea secondo la quale noi possiamo trovare Dio quando poniamo il nostro corpo alle esperienze di piacere. Penso che sia un’idea veramente semplice, ma molte persone la trovano confusa. Dipende da dove provenite. Insisto che la separazione tra il corpo e l’anima sia un’idea artificiale che causa una moltitudine di problemi oggigiorno. Voglio fare musica che si possa usare per sanare questa divisione, musica che mostri che non c’è bisogno di nessuna separazione.
  • Cosa dovrebbe aspettarsi, quindi, una persona che per la prima volta viene ad un vostro live? Parli spesso di gioia e terrore..
  • E’ mia speranza che la gente che viene a vedere i nostri show abbia una univoca e individuale esperienza che ricorderanno per il resto della loro vita. Penso che la maggior parte dei concerti rock siano noiosi – la gente sa cosa aspettarsi sul palco. Voglio procurare la possibilità che l’esperienza ai nostri concerti sia qualcosa di completamente differente da ogni altro tipo di concerto rock che ognuno abbia mai visto. Pensi sia possibile? La gente deve deciderlo.
  • Ho letto che Lost Light è il primo album di una trilogia: cosa ci dici in proposito?
  • E’ la prima volta che faccio un album dove ogni singola canzone è legata alle altre in modo semplice e tangibile. Lost Light racconta storie d’amore, tradimento e redenzione in un altro linguaggio musicale-poetico. I prossimi due album continueranno a sviluppare alcune di queste tematiche ma il sound di questi dischi sarà molto differente da questo.
  • “War Is Over”: il pezzo quale guerra chiude?
  • Il pezzo dice che finisce una guerra. Certo, ci sono guerre oggi che sono ancora combattute intorno al mondo, ma ciò di cui stavo parlando in questa canzone è che la guerra, necessaria componente della vita moderna, è “finita” – è ovviamente è sottointeso che non c’è nessuna possibilità che l’idea di guerra possa fare qualcosa di positivo al mondo. Le guerre sono manipolate da gente veramente avara che sta solo pensando a fare i propri interessi e non considerano i bisogni del mondo intero. Tutte le guerre sono finite. La violenza che accade di questi tempi è come un relitto di un’era passata, non dà alcun contributo alla grande fioritura della creatività e della celebrazione che sta nascendo in tutto il mondo.
  • Il tuo progetto solista ha influito sulla crezione del nuovo disco?
  • Ho molti tipi di progetti solisti. Sono un uomo davvero impegnato! Tutti i diversi progetti sono connessi in alcuni casi e molto diversi in alcuni altri. Alcune canzoni di Lost Light erano state scritti originariamente per un lavoro solista, poi sono state sviluppate dalla band.
  • Il tuo gruppo è stato associato da molti alle influenze di Captain Beefheart, Cramps, Jon Spencer.. cosa ne pensi? Sinceramente io ci sento nella vostra musica anche l’energia di un certo Jim Morrison..
  • Ho risposto a questa domanda in molte altre interviste: alla gente piace associare molti gruppi differenti che io non ho mai ascoltato. Non significa niente per me. Penso che Jim Morrison abbia avuto un grandissimo carisma come frontman e interprete, ma non rispetto la gente che si distrugge drogandosi.
  • Parlando del tuo progetto solista, “Arryngton De Dyoniso Quartet”, come mai hai deciso di collaborare con musicisti italiani e affidare la distribuzione alla Wallace?
  • Jacopo Andreini e Fabio Magistrali sono due dei più “vibranti” e creativi musicisti con i quali abbia avuto opportunità di suonare. Suonare con loro è stata una straordinaria opportunità e non sarei stato capace a creare senza la cura di Mirko Spino della Wallace che mi ha supportato in questo speciale progetto.
  • Cosa ascolti in questo periodo?
  • Nusrat Fateh Ali Khan, Ethiopiques, Music from Bali, e Scott Rosenberg.
  • Ultima domanda: quando ti vedremo in Italia?
  • Gli Old Time Relijun saranno in Italia di nuovo in Ottobre. Veramente vorrei tornare ancora prima se possibile. L’Italia è il posto che preferisco nel mondo, piango ogni volta che devo andare via. Anzi, se qualcuno ha una bella casa nella quale vivere, me lo faccia sapere!