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Chi ci legge da un po’ sa quanto il sottoscritto sia scettico sulla validità della attuale scena musicale italiana; fatte le dovute eccezioni ovviamente, ritengo che il nostro paese sia davvero povero e sempre più schiavo della musica usa e getta fatta ad hoc per le tv e radio commerciali. Per fortuna ogni tanto mi capita di imbattermi in artisti, sempre sconosciuti al grande pubblico, che mi spingono, grazie ad una proposta musicale vera e genuina, a credere che forse sotto alla teppaglia c’è del buono che spinge per emergere; questo è un pensiero che mi rincuora e voglio credere che corrisponda a realtà. Uno di questi artisti è proprio Joe Caruso, bluesman , chitarrista e cantante di origine abruzzese ma che sembra essere nato in un qualche sobborgo di Chicago. Spesso girando per locali mi capita di sentire giovani band suonare del buon blues ma raramente ho sentito, la passione , il trasporto, il cuore che emerge con forza dalla musica di Joe. Ascoltatevi la sua splendida rilettura di “The Sky is Crying” e capirete cosa intendo: la voce è sofferta, appassionata , viscerale , la chitarra è tagliente debordante ma mai esagerata: Joe non suona una sola nota in più di quello che serve e questo è un pregio non da poco. Davvero una bella sorpresa questo suo “Pattin’ Juba” perché il nostro non si limita a rileggere alla grande alcuni standard del genere ma li fa suoi aggiungendoci un sano tocco di soul creando una miscela tutta personale di grande effetto. Un ruolo importante lo recita sicuramente la sua bellissima voce da “soprano roco”. Un bellissimo esempio di questo suo stile è “Caldonia” che sembra essere il giusto mix tra la versione più soul di Van Morison e quella tipicamente “chicagoana” di Re Muddy. Ma “Pattin’ Juba” non è solo un disco di cover, ci sono anche un paio di originali davvero ben riusciti come “The Rock” un soul blues in tempo medio davvero bello, certe inflessioni vocali di Joe tradiscono il suo amore per i grandi del soul ( o almeno questo è ciò che presumo) mentre il suono della sua chitarra è marcatamente blues. Sentite l’assolo centrale del brano e vi verrà automatico pensare ai King da BB ad Albert. Il secondo originale è “Blues For Joe” uno strumentale atipico quasi ambient che però, nonostante non mi abbia entusiasmato, ci fa capire che al nostro non manca certo il coraggio di sperimentare. In totale sono 9 brani di vero e ruspante blues che ha davvero poco da invidiare alle proposte di oltreoceano, sia per qualità dei musicisti, ottima la band, che per gli arrangiamenti davvero oculati ben riusciti che non snaturano le canzoni ma le esaltano. . Allora ragazzi se avete voglia di ascoltarvi del sano blues d’autore non abbiate paura e puntate su Joe Caruso, non sarà BB King o Buddy Guy, ( ma chi lo è?) ma ha un cuore grande così. Bravo Joe!!!