Deftones – B-Sides & Rarities

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Chi davvero frequenta i deftones, e soprattutto quelli di White Pony, conoscerà certamente di quali squarci lirici Chino Moreno e soci siano capaci (quando ispirati) appena prima di scatenare l’inferno del loro proverbiale wall-of-sound.
E’ questa l’impressione d’insieme che si ricava dall’ascolto di questa raccolta di rarità e b-sides dei deftones: una quiete sospetta, che prelude sempre ad uno scoppio, ma dove il baricentro è spostato maggiormente sulla quiete.
E per chi ritiene che la vocazione allo squarcio lirico e alla ‘quiete prima della tempesta’ sia una delle cifre più originali e una delle innovazioni più luminose di una band che si è sempre distinta -e dichiarata ‘altro’- rispetto al fitto sottobosco dei nu metallari westcoast, avvertiamo subito che qui troveranno pane per i loro denti! Per gli altri diciamo che qui non troveranno forse i brani strappabudella che cercano.
Posto questo, vediamo più nei dettagli il contenuto di questo piccolo scrigno.

Si parte con una cover, Savory, minor hit dei Jawbox, qui eseguita nella solida forma ‘deftones’ mantenendo però intatto il suo originario sapore emo, anche grazie alla brillante collaborazione del batterista dei Far (band di culto ma di scarso successo della scena emo californiana).
Segue un’altra ‘versione’, Wax and Wane dei Cocteau Twins (!!), che oltre a riconfermare la passione della band di Sacramento per le cover inusuali riafferma l’abilita di Chino e soci nell’ andare dritti al cuore dei brani rimacinandoli secondo la loro attitudine.
In terza posizione troviamo la versione acustica di Change (In The House of Flies), magnifica hit dei tempi di White Pony qui piacevolmente rivisitata in veste più morbida con l’aiuto del fido produttore Terry Date. Piacevole (e utile se volete ascoltare i deftones anche con un mal di testa post sbronza) ma forse prescindibile.
Simple Man, altro giro, altra cover, questa volta è il turno dei Lynyrd Skynyrd. Il sole a volte può essere crudele, e la voce di Chino conosce tutte le sfumature della melanconia e della rabbia. Risultato: dai Lynyrd Skynyrd che incontrano i deftones vengono fuori certe atmosfere dei Temple of the Dog, magnifico.
Sinatra: ad essere coverizzati questa volta sono gli Helmet. Qui si perde un po’ in aggressività rispetto all’originale, ma l’operazione chirurgica di estrarre la sofferenza dal core, ancora una volta, riesce e sul finale del brano ci troviamo di fronte ad un muro di granito.
Segue una cover di Sade Adu (sì, quella di Smooth Operator!) No Ordinary Love, già pubblicata dai deftones come b-side di Change (In The House of Flies). Ed è esattamente così: filtrate il brano originale attraverso la ‘house of flies’e troverete questo. La voce dei Far, Jonah Matranga, duetta elegantemente con Moreno in un brano di atmosfera molto noir.
In posizione 7 una vera chicca: Teenager, uno dei brani meno ’evidenti’ di White Pony (costruito infatti, come rivela Chino nei gustosi dettagli del booklet, su un semplice loop rovinato) risuonato dai deftones in studio con strumenti reali (e non) secondo la splendida versione degli Idiot Pilot, e con la collaborazione dello stesso Michael Harris degli Idiot Pilot.
Con Crenshaw Punch” / “I’ll Throw Rocks At You torniamo invece sul versante più pesante ed aggressivo. Si tratta di un brano tratto dalle sessions di Around the Fur e rimasto fuori dalla tracklist del disco, seguito da Black Moon, tratto invece dalle sessions di White Pony, in cui i deftones si avvalgono della collaborazione di Louis Freese aka B. Real dei Cypress Hill: il gusto smaccatamente hip hop rende il brano un po’ fuori contesto, ma si tratta comunque di una collaborazione strepitosa nonchè di una vera chicca per i fans, perchè di inedito si tratta.
Prova difficile la cover di If Only Tonight We could Sleep dei Cure, registrata live per Mtv Icon nel 2004, con i Cure che guardano dal backstage. La band lascia intelligentemente la magnifica linearità gelida dell’originale per rimontarla in un crescendo chitarristico ben costruito, i Cure applaudono (probabilmente).
Ed è la volta della folgorante cover di Please, Please, Please, Let Me Get What I Want degli Smiths, rapida e tagliente come una crisi di pianto, le chitarre vengono sbrigliate ed è finita.
La versione acustica di Digital Bath, uno dei brani più ispirati di White Pony, non è da meno per intensità. Eseguita dal vivo con un basso, un’acustica e pochi colpi di batteria, cola sangue e rabbia trattenuta.
Ma la sorpresa migliore arriva quasi in chiusura di disco, con The Chauffeur dei Duran Duran, dove Chino Moreno rifà il verso a Simon le Bon mentre alla chitarra Stephen Carpenter fa il suo dovere traducendo efficacemente le linee di tastiera.
E come in un’ideale progressione tematica, il lavoro si chiude su Be Quiet And Drive (Far Away), uno dei momenti più alti di Around the Fur, qui ripresentata in una ipnotica versione acustica che non dispiacerebbe a Thom Yorke.

Completa il tutto un dvd con una pletora di materiale video, davvero solido.

Una raccolta ben fatta, destinata sicuramente ai fans, ma che può riservare sorprese anche a chi volesse scoprire un lato più inusuale e intimo dei deftones.