Mare – Mare EP

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Già il nome promette bene, anche se noi lo leggiamo Mare chissà loro lissù a Toronto come lo leggono. Fatto sta che i Mare, con questo ep chiamato Mare, con in copertina gru, cavi, piattaforme petrolifere su uno sfondo bianco come sole negli occhi hanno riportato per magia un potente soffio di vita negli acquitrini del post-core/post-rock ricordandoci che qualcuno capace di raccogliere con intelligenza la difficile eredità di certi Neurosis amalgamandola sapientemente a melodie tipiche dei Pelican c’è ancora.
Arpeggi sognanti, cori puliti ed eterei, progressioni doom plumbee e accelerazioni distortissime, in venti minuti cinque perle e tante aspettative per il full lenght in arrivo tra pochi mesi. E basterebbe un altro pezzo del livello di “They Sent You” o “Anisette” da farmi andare in fissa per tre settimane, ricordandomi che il Canada è un gran bel paese, musicalmente parlando almeno.
Mi vedo già il possibile dialogo tra qualche anno:
“Oh, dei Mare conosci qualcosa? Che mi prendo*?”
“Eh, i dischi son belli, l’ultimo è un po’ noioso, ma il primo ep è imbattibile.”

*non c’entra con la recensione in sé, ma è un curioso mutamento d’uso lessicale la progressiva sostituzione del verbo “comprare” col verbo “prendere” quando si parla di dischi (o anche di film, devo dire). Il fatto è che dicendo “compro” ci si sente sempre un po’ bugiardi, perché nel 90% dei casi è una bugia, nel dire “scarico” ci si sente sempre un po’ mariuoli, ed ecco quindi che sale alla ribalta il generico ed inattaccabile “prendo.”

Questo compratelo un po’ tutti.