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Ogni tanto capita, non sappiamo quanto volutamente, che qualche simpatico addetto della major di turno scenda nei bunker che contengono gli archivi e ne esca con qualche gioiellino fino a quel momento nascosto. Questo è proprio il caso di ‘Breakin’it Up Brekin’ it Down’, live rimasto fino ad ora sepolto chissà dove negli archivi della Sony Music. Il dischetto in questione documenta parte di due concerti tenuti dalla Muddy Waters band nel 1977 in quello che era il tour di promozionale di ‘Hard Again’. Come abbiamo avuto modo di dire in precedenti occasioni quelli erano anni d’oro per Re Muddy, il sodalizio con Johnny Winter gli aveva regalato una seconda giovinezza ed al suo seguito aveva una delle migliori formazioni di sempre della sua mitica band dove militavano tra l’altro il fedelissimo Pinetop Perkins e il grande James Cotton. Il cd è attribuito equamente a tutti e tre i big presenti (Waters, Winter, Cotton) perché a turno si scambiano il ruolo di leader , ma più probabilmente perché un cd che vede in copertina tre nomi di questo calibro fa senza dubbio più gola di uno del Waters. Trucchetti commercialim, insomma, che comunque non intaccano quella che era la realtà dei fatti e cioè che l’unico vero leader era Muddy: troppo grande il suo carisma, la sua personalità soverchiava chiunque e anche i pur bravissimi Winter e Cotton si mettono completamente al suo servizio. Il risultato di tutto questo è un live a dir poco esplosivo: undici tracce per oltre un’ora di grandissimo blues elettrico. Il re era in forma strabiliante e i suoi due scudieri idem. Johnny Winter regala assoli favolosi in quantità industriale oltre a delle ottime prove vocali e James cottono fa vibrare la sua armonica come solo lui sa fare. Su tutto ovviamente veleggia il grande Muddy, scatenato e travolgente come non mai. Si parte con il medley “Black Cat Bone- Dust My Broom”, lo speaker annuncia la band, Winter segna il tempo e lo show inizia. Proprio il fenomenale albino texano apre le danze cantando la prima parte del medley. La voce è quella dei tempi d’oro, potente e roca, la slide sempre affilata e la band gira che è una meraviglia sorretta e guidata dal monumentale Pinetop Perkins. Poi entra Muddy e si va con il grandioso brano di Elmor James; i tre si dividono le parti vocali in una vera apoteosi del Chicago blues. E’ ora il turno “Can’t Be Satisfied”, classicone del repertorio di Waters introdotta dallo stesso autore. Qui Muddy prende la scena in mano ed è subito spettacolo, il suo vocione è incredibilmente coinvolgente, Johnny e la sua slide degnissimi compagni. Ma se volete veramente ascoltare di cosa era capace mr Morganfield allora ascoltatevi la successiva “Caldonia”, la band gira a 100 con Perkins in grandissimo spolvero mentre Muddy canta, scherza, improvvisa e tiene il palco come solo lui sapeva fare e subito il pezzo diventa una straripante jam, assolutamente favolosa. “Dealin’ With The Devil “ fa parte del repertorio di James Cotton ed è proprio il grande armonicista a cantarla. Prova assolutamente maiuscola per questo slow strepitoso. James improvvisa con i suoi compagni di ventura e ogni tanto fa capolina qualche urlaccio di Winter a rendere il tutto ancora più coinvolgente. I nostri si divertivano un mondo sul palco e da questo live lo si capisce benissimo. “Rocket 88” (sempre Cotton alla voce) è tiratissima, con un ritmo veramente indiavolato. Segue “I Done Got Over It” (John Lee Hooker) cantata in modo magistrale da Winter e un altro brano di Cotton “How Long Can a Fool Go Wrong” dove il buon vecchio James regala emozioni con la sua armonica. “Mama Talk You Daughter” è un classicone del repertorio di JB Lenoir, uno di quei brani fatti apposta per il live e per jammare. Grandioso Pinetop Perkins mentre Winter canta e suona alla grandissima. “Love Her With a Feeling” è uno slow struggente con un continuo di assoli e sempre Johnny alla voce. E Muddy direte voi? Eccolo con la sua entusiasmante “Trouble No More” e la conclusiva e sempre straripante “Got My Mojo Workin’” che tra il deliro totale chiude un live assolutamente favoloso.
L’unico rimpianto è che tanto che c’erano quelli della Sony potevano fare un bel doppio visto che sicuramente il materiale non manca. Resta comunque il fatto che questo è un grandioso album di sano blues elettrico, un live come non se ne vedono da tanto tempo: coinvolgente, esalirante suonato e cantato in modo splendido e con l’aggiunta di essere marchiato Muddy Waters. Cosa volete di più? Imperdibile!