Alessandro Bucci – Maka Isna

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Dunque, Alessandro si diletta di synth e tastiere e oltre a suonare in un gruppo metal, “colto da ispirazioni profonde e significative” tira fuori dieci tracce di ambient horror che mette insieme in un cd che dovrebbe essere un “disco-colonna sonora”. Il problema è che, almeno da quanto ne sapevo io, le colonne sonore si fanno basandosi su un film o su un’opera teatrale o su una performance o su qualcosa, insomma, quando invece qui pare che si stia facendo il contrario, realizzando un corto basato su queste musiche. Passiamo oltre, sennò ci si perde in questioni di facciata: il contenuto non è male, a tratti, e le quattro tracce che passano la sufficienza (più o meno tutte piazzate nella parte centrale del disco) mi hanno ricordato – come suoni – le divagazioni più atmosferiche degli Ulver, tra ‘Lykantropen Themes’ e la roba alla ‘Silencing the Singing’, per dire; la ricerca e la sperimentazione di ambientazioni oscure e distorte ci stanno, innegabile, a parte i rari beat che meriterebbero una totale revisione. Il problema di questo disco è sostanzialmente il formato, che annega in una struttura che non regge i pochi spunti azzeccati che ci sono. Insomma io capisco l’ispirazione e la voglia di concretizzare, ma partire subito cercando di mettere insieme dieci tracce in un’ottica da colonna sonora non è roba da tutti, ci vuole una certa esperienza e un lavoro di raffinazione che qui, ovvio, manca. Non ho capito se il numero 88) accanto a “From the Dark Past” (che è tra gli esperimenti da non scartare) sia voluto o no, ma comunque un po’ mi ha fatto ridere. Try again con più messa a fuoco, meno pretese e un po’ meno di ridicolaggine depressive black metal d’accatto.