Era da un bel pezzo che desideravo sentire anche dal vivo la proposta degli I/O e sabato scorso le mie attese non sono state assolutamente deluse. Ad aprire la serata sul palco del Checkmate, locale da poco rinnovato che arriva come la manna dal cielo nella Genova del 2007, gli Unsolved problem of noise alla seconda buona prova nel giro di pochi giorni dopo il concerto in apertura di White mice e Bilge pop al Buridda del primo novembre. La loro proposta va delineandosi sempre meglio, è un piacere ascoltarli su un palco adesso che il trio è ancora un po' acerbo quindi dire che le promesse per il futuro sono più che buone non è sicuramente un azzardo. Gli I/O si presentano davanti al pubblico con una batteria, una chitarra circondata da pedali, un contrabbasso e la stravagante apparecchiatura dedicata alla voce tra microfoni ed effetti. Ho trovato semplicemente affascinante la fase iniziale dei brani sentendomi come un anziano che al di là di una rete commenta la costruzione di delle fondamenta, le radici da cui partono le improvvisazioni della band sono come parti di un unico discorso, le parole che dette singolarmente non vogliono dire nulla ma che insieme vanno a formare la poesia, una lirica tetra e nervosa ma allo stesso tempo capace di diventare tempesta sugli ascoltatori. Così come su disco si nota il ruolo di rilievo acquistato dalla voce nella musica di questo gruppo, sempre più linea portante da cui far partire i brani anche dal vivo, il tutto senza levare spazio alle costruzioni isteriche della chitarra e all'implacabile ritmo di contrabbasso e batteria. Il pregio fondamentale del gruppo dal vivo risiede nella capacità di creare sin dalle prime note un'atmosfera lugubre ma allo stesso tempo attraente quanto una grotta per un bambino, fili di note spezzate e singhiozzi che diventano velluto sonoro con l'evolversi dei brani andando a posarsi su un numero imprecisato di generi ed intuizioni, come un colore nuovo e indefinibile. A fine concerto, dopo un inaspettato piccolo bis, resta una di quelle sensazioni ben difficili da trovare in un gruppo: una gran voglia di sentire come evolverà ancora il suono di dei musicisti, di vedere dove li porteranno le loro idee .