Se solo la movida barese iniziasse qualche ora prima! Sì perché qui giù si cena tardi per uscire ancora più tardi, per prendere parte al pre-serata tardissimo così da iniziare il sabato sera che è già domenica da un bel pezzo. Il rigore di queste malsane abitudini induce noi miseri trentenni nati stanchi ad abbracciare i guanciali di ogni sacrosanto saturday night mentre quelle odiose teenagers stanno ancora decidendo cosa indossare per inebetire lo Step di turno. Ma stasera si tiene duro, o almeno si prova. Start previsto ore 23.30, che non sono mai le 23.30 ma sempre qualcosa di più. Durante il tragitto in auto la diretta radiofonica dal New Demodé annuncia l’apertura dei Vegetable G, ma nonostante il gusto vintage e gli intenti schietti e frizzanti, si prende atto che la caffeina inghiottita dopo cena, con molta probabilità, era tagliata con valeriana pura. Raggiunta la location con un occhio chiuso e l’altro pure, ci si ricorda quanto sia gradevole, nonostante l’open space adibito per i concerti sia quasi totalmente spoglio, e nonostante stasera nella sala adiacente ci si dedichi al buon vecchio tuntz tuntz… anche durante il live, naturalmente. I Vegetable G non appaiono affatto deludenti e sebbene si esibiscano al cospetto di un esiguo numero di astanti risultano alquanto convincenti, indubbiamente più della pessima birra sponsorizzata dal locale! Come ogni buon diesel anni '70 il coinvolgimento sopraggiunge fortunatamente all’arrivo degli headliner, che da impeccabili professionisti avviano una spietata lotta contro la sala da ballo accanto, purtroppo a discapito di un’acustica dilaniata da volumi esasperanti. Avvicinandosi al palco sanguinano le orecchie. Indietreggiando nell’enorme stanzone ci si intrattiene remixando la delicatezza melodica della band di giocattoli con il per nulla distensivo tuntz tuntzdi cui sopra. Individuata la posizione meno dannosa si riesce a recuperare la dovuta attenzione da rivolgere a chi sul palco sta confermando ufficialmente le sue virtù, nonostante le immancabili difficoltà iniziali nel riscaldare i propri arnesi una volta trasferiti in un ambiente diverso da quello più familiare. Da 'Cuckoo Boohoo' a 'Technicolor Dreams' la set list viene sviscerata senza indugio alcuno, e nonostante nella sala accanto si stia consumando una tragedia a danno del buon gusto, l’avvenenza delle note di Powder On The Words, Letter To Myself Invisibile, la sicurezza di Enzo e la grazia di Ilaria fanno sentire al sicuro, offrendo momenti di gentile intimità e dolce trasporto. Grazie dunque agli …A Toys Orchestra si rientra a casa a fine concerto per riabbracciare i tanto agognati guanciali, per nulla delusi di aver sacrificato diverse ore di sonno e al contrario contenti di aver incontrato chi è riuscito, in poco più di un’ora, a farci sentire dei Peter Pan convinti.
Le foto presenti non si riferiscono alla data recensita e sono tratte dal sito: http://sirsimon.co.uk/