Un concerto tanto atteso e gustato fino in fondo. Finalmente mi trovo davanti il gruppo bavarese, le aspettative sono alte, soprattutto le mie che non sono mai riuscito a vedere i Notwist dal vivo e l’occasione è al MusicDrome. Prima di loro bisogna dire che i Saroos mi hanno intrigato in più momento. E non sono stato certamente il solo che ad un certo punto ha drizzato le orecchie e si è diretto in zona palco. Il loro è stato un gran bel concerto: basso, batteria e elettronica, una sorta di fratellini minori del gruppo che li seguirà di lì a poco on stage (e infatti in passato e in momenti diversi i tre musicisti hanno collaborato proprio con Notwist, Lali Puna, Tied & Tickled Trio). Minimali, senza cantato, ma molto molto gradevoli.
Il locale si riempie e il pubblico, eterogeneo sia per età, sesso e senso estetico/musical/modaiolo si fa ansioso.
E la band headliner non delude: è stata davvero di un livello elevatissimo, con un set ispirato e intenso e caratterizzato da nuovi arrangiamenti scontrosi e sorprendenti: pescano qua e là (ma soprattutto e prevedibilmente dagli ultimi due lavori, ‘Neon golden’ e ‘The devil, you + me’) e stiracchiano le canzoni, le comprimono, le confondono, le rendono a volte oscure, lunghe, spaziali, ma sempre con quel suono pieno di fascinazioni e con quella tecnica eccezionale che li contraddistingue. I musicisti sono in piena forma, e la forma delle canzoni è come il f
umo, si avvolge su se stessa ma vola in alto lasciando tutti a bocca spalancata ad osservare (e ad ascoltare).
Alphabet, Consequence, Boneless, Where in this world e Pick up the phone> sono ricche di sfumature, sono sfaccettate e rese particolari dalla voce di Markus Archer (che non lascia affatto indifferenti) e dai suoni di Martin Gretschmann con i suoi controller wireless del Nintendo Wii rielaborati come da perfetto nerd (quale lui sembra essere, mi si perdona l’irrispettosità del commento) per campionare loop e musiche con estrema facilità e divertimento. E quando Neon golden mi risucchia nel mio mondo e il suo strascico lungo e multicolore si trasforma in Pilot come nella più bella delle metamorfosi allora, beh, allora non posso fare altro che emozionarmi ancora di più. Come tutti del resto, colpiti nel profondo da un concerto in crescendo: e se un bis è oramai nella norma, il secondo lo voglio pensare deciso in quel momento, trascinati dal calore del pubblico che, entusiasta dal pathos dell’esibizione, faticherà ad abbandonare il locale pur di complimentarsi dal vivo con questi magnifici crucchi.
Le foto sono di Viridian