Intervista a Hell Demonio: Idee chiare e potenza sonora


  • Dopo due dischi fulminanti, era impossibile non fare due chiacchiere con gli Hell Demonio, band veronese dalle idee chiare e con una capacità di metterle in musica sorprendente, che in questi ultimi tempi sta regalando non poche soddisfazioni.

    Rocklab: Avete un gran senso dell’ironia, caustica e strafottente. O almeno così si percepisce anche solo leggendo i titoli dei vostri pezzi e dei vostri dischi: perché di questa scelta? Non riuscite a prendervi sul serio?

  • HellDemonio: No, mi spiace è molto difficile, la nostra innata simpatia ci porta ad essere sempre frizzanti e solari. L’atteggiamento da band seria si addice a chi vuole essere così, noi suoniamo rock’n’roll quindi sta bene essere ironici, e sta bene essere quello che sei veramente. Per quanto riguarda poi i titoli e altro ti può sembrare che ci sia una spiccata ironia in noi ma invece ci sono importanti elementi all’interno di questi nomi… prendi per esempio i titoli dei nostri due album, ‘Greatest Hits’ non era altro che il meglio che avevamo fatto fino a quel momento (o il solo se si vuole più precisi) mentre ‘Discography’ è il numero 100 sul catalogo della Wallace Records ed infatti se conti la somma delle lettere che compongono il nome discography il risultato sarà 100.
  • R: La copertina del vostro ultimo album, appunto ‘Discography’, presenta uno stereogramma, e tra festival e concerti mi è capitato spesso di vedere gente che passava quarti d’ora a cercare di capire cosa nascondesse. Come è nata questa scelta grafica?
  • H: Volevamo che succedesse proprio questo, che la gente non sapesse cosa aveva in mano, piano ben riuscito. Siamo sempre stati convinti di non dover essere legati ad un’immagine che dovesse esemplificare un genere o un gruppo. Sostanzialmente è stato pensato come un concept-album che si lega all’idea del disco con dei contenuti che però non sono visibili. Infatti la copertina c’è ma è inserita nello stereogramma, il booklet ha tutti i contenuti ma sono stampati tono su tono quindi diventano visibili solo in controluce… anche con le etichette è stato deciso di non mettere nessun nome o adesivo sulla copertina proprio per seguire questo concetto e il risultato è quello che hai visto.

  • R: Domanda consequenziale obbligata: visto che io con gli stereogrammi sono peggio di William Black (il personaggio del film ‘Generazione X’ di Kevin Smith, per chi ricorda il suo ruolo nel film), che cosa la gente dovrebbe vedere?
  • H: Oddio qua forse chiedi troppo nel senso che in una risposta rovineremo mesi di lavoro. Il massimo che possiamo svelare è nel fronte e nel retro ci sono diversi contenuti e uno dei due contiene le iniziali del nostro nome, mi spiace non posso dirti di più già adesso rischio grosso per averti detto questo. Il massimo dell’aiuto che posso darti è questo: http://erewhon.ticonuno.it/arch/1999/artific/illusioni/stereo.htm .
  • R: Grazie, farò pratica. Sempre a proposito di ‘Discography’: come avete accennato prima questo disco ha l’onore di essere la centesima uscita della Wallace Records, e allo stesso tempo di essere presente nel sempre più interessante catalogo della Robotradio, etichette che già mettevano la loro firma sul vostro lavoro precedente. Come sono nati questi due felici rapporti artistici?
  • H: In maniera completamente spontanea e naturale e ad essere sinceri senza la naturale presunzione di voler essere pubblicati. Mirko e Stefano sono amici di vecchia data e ancora con la prima registrazione, un po’ spiazzati dal veloce lavoro e curiosi di pareri di gente amica che potesse capire il nostro lavoro l’abbiamo dato a loro per avere dei feedback su quello che avevamo fatto, aspettandoci ninet’altro che un parere (Stefano infatti al tempo era focalizzato sul progetto degli split) ma invece il risultato fu che a loro il disco piacque parecchio e di li a poco venne pubblicato da entrambi. Cosa che si è riproposta per il disco nuovo e noi siamo molto contenti di questo, loro sono due persone eccezionali e lo sforzo che mettono nel portare avanti i loro progetti ha dell’incredibile.
  • R: Insisto ancora sulla vostra ultima fatica: è stato masterizzato a Chicago da Bob Weston. Com’è nata questa collaborazione?
  • H: Abbiamo sempre avuto delle idee ben precise su che tipo di approccio avere nel nostro lavoro in studio e nella fase di registrazione, cose che sappiamo essere importanti ma notevolmente diverse dal nostro modo di fare i live. Per questo ultimo lavoro, molto più arrangiato e strutturato del primo, abbiamo voluto fare certe scelte e uno di noi aveva già conosciuto Bob per diverse situazioni quindi ci siamo scambiati dei pareri e se gli sarebbe interessato lavorare assieme, infatti così è successo.

  • R: Fate parte, considerando anche che alcuni di voi si dividono tra gli Hell Demonio e gli ottimi Afraid!, delle proposte che arrivano da un Veneto sempre più vitale dal punto di vista musicale. Se però guardiamo l’immagine che ci danno i media quando si parla di Veneto e giovani, Verona compresa, ci si dovrebbe dividere tra l’infuriare dell’estrema destra e la vita da aspiranti arricchiti di supponenti ventenni con i portafogli troppo gonfi.
    Eppure in questo scenario, escono realtà come la vostra o come il sempre più florido gruppo di etichette e musicisti trevigiani. Cosa sta succedendo quindi nella realtà dei fatti in Veneto?
  • H: Difficile stilare una relazione socio-culturale che spieghi questo però penso che sostanzialmente ci siano queste numerose realtà perché potrebbe essere una sorta di risposta alla bassezza che si vede da queste parti. La tua analisi non è distante dalla realtà, Verona dal punto di vista culturale fa schifo, ma senza mezzi termini, il Veneto in sé è una costellazione di gente provinciale arricchita e anche parecchio che poi fa del suo provincialismo un avvilente modello generale, sia in campo sociale, culturale e politico. La dimensione nella quale viviamo quotidianamente è questa… Verona è la città dove pochi ragazzi (di ceto medio) possono ammazzare di botte un altro ragazzo perché si sentono sicuri nel poterlo fare, sanno che molto probabilmente non rischiano niente.
    Credo che una probabile reazione sia proprio questo, l’esistere di una sorta di “scena”, forse inconsapevole, che magari porta avanti i propri progetti anche di ottimo livello principalmente perché ha delle forti motivazioni personali nel fatto di farlo ma anche per crearsi delle alternative da quello che gli sta intorno.
  • R: A proposito di comunanze artistiche volute e non, se aveste la possibilità di dividere uno split album con qualcuno, con chi decidereste di convivere?
  • H: Senza nessuna indecisione i Rye Coalition, se ne era parlato anche per un periodo.
  • R: Si racconta di vostri live incendiari e coinvolgenti, io purtroppo non sono ancora riuscito ad assistervi. Cosa rendono i vostri concerti tanto speciali?
  • H: Credo l’istintività. Il nostro modo di approcciarsi al live è molto fisico e diretto perché questo è il modo in cui facciamo musica. Molto probabilmente questo essere estremamente sinceri con quello che suoni e il sentirlo come tu faccia percepire alla gente che c’è qualcosa in più del solito.
    Noi consideriamo parecchio il rapporto con il pubblico e dal momento in cui siamo sul palco si cerca sempre una connessione in questo senso. L’estrema fisicità di quello che facciamo e l’esatta descrizione di come viviamo noi la musica.

  • R: Leggo sul vostro myspace (www.myspace.com/helldemonio) che in progetto avete “un sette pollici in presa diretta registrato interamente in analogico per fine estate”: ora che l’estate è oramai finita, come procedono i lavori? E perché questa scelta di una registrazione completamente analogica?
  • H: Si è vero, il progetto era quello di riuscire a fare in modo da registrare un 7” prima dell’inverno questo sia per il periodo positivo ma anche perché poi saremo stati un po’divisi per il globo come band, continuano ed esserci revisioni su questa cosa ma di sicuro la registrazione verrà spostata più avanti. Il progetto comunque rimane e i pezzi ci saranno. La scelta di lavorare completamente in analogico è perché siamo una band rock quindi non ci sarebbe niente di meglio. Come ti dicevamo prima siamo sempre in continuo movimento anche sulle scelte di produzione, continuo cambiamento come ricerca, e adesso siamo sicuri che un tipo di lavoro in quella maniera è quello che si addice a noi.
  • R: Finiamo con la solita banale domanda: oltre all’idea di cui sopra, quali sono i prossimi progetti degli Hell Demonio?
  • H: Da quando è uscito è il disco questa estate siamo stati parecchio impegnati a promuovere il disco un po’ dovunque in Italia, tra poco dovremmo ricominciare con dei tour, dovremmo tornare al sud prima di fine anno e abbiamo in progetto un tour in Germania e un altro più allargato in Europa entro maggio dell’anno prossimo che magari potrebbe combaciare con la registrazione del nuovo 7”. Per ora è sufficiente così.
  • (con la preziosa collaborazione di Daniele Guasco)