Micah P. Hinson – …And the Pioneers Saboteurs

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E’ dura tenere il passo con tutti i pretendenti al trono del songwrinting americano. E’ tanto più dura quanti più sono i grandi vecchi ancora in circolazione a guardarli dall’alto in basso. In fondo, quando puoi contare su un Bob Dylan o un Neil Young vivo e vegeto, su dei Waits e Cave ad invidiabili livelli di produttività, su un Leonard Cohen redivivo performer e scrittore e su quella buonanima di Johnny Cash, che riesce a sfornare capolavori anche dall’aldilà, che te ne fai delle belle aspirazioni di qualche sbarbato fuori tempo massimo?

E’ probabile che senza questi nomi la musica di Micah P Hinson non sarebbe mai esistita. E infatti la ritrovi lì, perfettamente inquadrata tra le maglie della tradizione, senza nessuna pretesa di smuovere le cose. Unica ambizione del texano, casomai, è quella di essersi voluto dare un’aria “da classico”, ad appena quattro prove dall’esordio. Il suo disco intitolato ai Pioneers Saboteurs richiama direttamente i versi di Walt Whitman e fa un largo uso della sezione d’archi. Tutto faceva presagire il solito ricalco scolastico della canzone d’autore, specie dopo che l’antologia di cover All dressed up and smelling like strangers lo aveva messo faccia a faccia con gli illustri “fantasmi” di poco fa. E invece –sorpresa!- non c’è traccia di nostalgismo e nemmeno gli arrangiamenti suonano leziosi, anzi: se la cavano elegantemente con robuste iniezioni di gospel e soffusi sfondi elettronici. E’ un incontro sfumato fra la nuova veste “da camera” e una mai sopita anima rumorista, sintetizzato fin troppo programmaticamente dal conclusivo strumentale The returning

A parlare di modernità si rischierebbe la scomunica: qui si canta di eros e thanatos, o, per meglio dire, di Dio amore e di morte, come si faceva nelle folk ballads di molto tempo fa e come forse si continuerà a cantare negli anni a venire, almeno fin tanto che ci sarà qualcuno deciso ad imbracciare una chitarra. Troppi e troppo boriosi stanno rispondendo con leggerezza agli sguardi che vengono da quei vecchi saggi lassù: ma pochi fin’ora possono dire di aver raccolto la sfida con la stessa la stoffa di Micah.