Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
8 febbraio 2011 | Moshi Moshi | myspace.com/herculesandloveaffair |
It’s Alright
La New Wave è un marchio a fuoco, un atteggiamento ed una dipendenza che fa ricordare di sé. Lascia bene il suo segno, nelle decadi ed in generale nei cuori degli appassionati. Quando un Dj si crea un side-project ed invita un fottìo di gente a cantare nel suo disco sa già che li metterà alla prova con ogni sorta di revival, e come l’atteggiamento 80’s calzava a pennello su Antony Hegarty (aka Antony and The Johnsons) nel primo lavoro, così in Blue Songs va una meraviglia in tutte le salse, da un impasto alla Alcazar ad una tavolata di beat asettici alla Kraftwerk.
C’è molta della maestria di Norman Cook d’inizio carriera. Molta abilità nella sovrapposizione di singoli elementi, preparazione nel dosaggio di innesti analogici: che siano accordi di piano o bassi groove, sono sempre cadenzati saggiamente. Ma questo non è un disco da mettere in sottofondo in un lounge-bar. Qui c’è sostanza e una forte componente funk e nu-jazz, roba di matrice disco, ma che ha la struttura di un pezzo pop alla Simply Red.
A metà opera ci si stupisce di trovare lì ‘Boy Blue’, malinconia e arpeggi acidi e bright che creano una certa aria alla Tesla. Si prova uno strano imbarazzo ad aver scoperto un pezzo sospeso in un calderone etereo che sembra una b-side di Porno Graffiti degli Extreme. Gli Hercules&LoveAffair riportano in vita tutti i lati degli 80’s, anche quelli più celati dal macigno glitter.
‘Falling’ è una hit da dancefloor, terribilmente retro, e non ci si spiega quando poi viene interrotta da ‘I Can’t Wait’, dannatamente hyperdub.
‘Step Up’ ha la partecipazione di Kele Okereke, frontman dei Bloc Party. Il pezzo ricorda il lavoro di Maximum Balloon di Dave Sitek con il suo collega Tunde Adebimpe, anche lui dei TvOnTheRadio.
Come volevasi dimostrare, Sitek e soci hanno aiutato a sdoganare lo stile disco-funk preso con le pinze del revival, e hanno influenzato anche gli Hercules, come dimostra “Visitor”, associabile alle sonorità di Return To The Cookie Mountain.
Ottima chiusura con ‘It’s Alright’, che svela l’ultimo tassello eighties, quello dei Cocteau Twins e di Kate Bush. Dita pesanti sui tasti del piano e pompatura flanger.