Immanuel Casto – Adult Music

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5 Aprile 2011 J.Le Management Immanuelcasto.it

Revival

Adult Music è un titolo che nasconde un doppio senso: adult inteso nel significato anglofono, quindi per adulti, ed adult nel senso vero e proprio di una crescita intellettuale.

Immanuel Casto, il re del porn groove, quello citato dai vip della televisione da popolino fra gli artisti preferiti perché fa tanto trasgressivo, finalmente abbandona i giochi di parole ed i doppi sensi da 13enne in stato di scombuglio ormonale (andatevi a vedere il video di Che bella la cappella del precedente album) e decide di parlare chiaro.

Il disco si apre con Escort 25, brano electroclash manifesto della mignottocrazia italiana e del belusconismo applicato alle donne e dalle donne. “Perche imparare ad usare il congiuntivo, quando sono così brava ad aprire il culo?” incalza la performer femminile; come darle torto, visto l’esercito di laureate al call center contro la schiera di professioniste del sesso pagate più di manager di multinazionali?

L’impressione è che nonostante il sound acido di quel tipo di musica disco che tanto va forte alle serate del Muccassassina, questo, rispetto al precedente, sia un disco di contenuti.

Si passa quindi ad analizzare anche diversi tipi di pornografia: in Killer Star Immanuel descrive la morbosa attenzione verso i fatti di cronaca sanguinari che ci vengono propinati dalla televisione, sotto forma di notizie del Tg, di speciali notturni, di talk show con parenti & amici delle vittime. Sembra non ci sia niente di meglio che accompagnare il pranzo domenicale con i particolari di un omicidio orrendo, Killer star parla di questo, di quei pensieri che solleticano le parti più nascoste nella mente degli italiani.

Fra un brano e l’altro musicalmente non si trovano grandi scostamenti: i suoni, il ritmo, lo stile, la performance sono tutti sulla stessa linea d’onda per cui il disco risulta granitico e se vogliamo proprio criticarlo, decisamente monocorde. Però probabilmente questa scelta mette più in risalto i testi ed i contenuti: il viaggio all’interno di tutto quello che è pornografia continua in brani come Do ut Des che racconta i cattivi comportamenti del clientelarismo politico, ovvero la pornografia della morale.

Popper e Broken Girl sono due brani idealmente  collegati: sembrano essere uno di quei servizi de Le Iene sugli emo ed i Durex Party, nei quali si parla di quei giovani che hanno sostituito l’amore adolescenziale e l’erotismo dei primi timidi toccamenti, con le droghe sintetiche e le scopate al cesso, guidati da una sinestesia marcia fra sesso ed amore che però non li appaga e li fa sentire al risveglio la mattina seguente come un fazzoletto accartocciato.

Altri brani come Johnson e Crash (primo singolo estratto) risentono però del vecchio stile di Immanuel, quello zeppo di allusioni ridanciane e cose dette e non dette, ma rispetto al resto vengono giocoforza messi un pò da parte: ormai come ascoltatori ci aspettiamo altro, più parole schiette e meno metafore stile Zelig.

Alla fine la migliore qualità che possiamo trovare in questo album è il fatto di essere ben inquadrato nel contesto storico/politico in cui ci troviamo e  la descrizione di uno spaccato sociale con parole crude ed efficaci che da un autore del genere non ci saremmo mai aspettati.

Una bella prova, e che tutti gli altri continuino a cantare del mare, del sole ecc ecc…