Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
12 luglio 2011 | Domino Records | ernestgreene.blogspot.com |
Amor Fati
Far rivivere un’era in cui Annie Lennox faceva bagnare intere piste da ballo può essere accettato di buon grado oppure diventare l’ennesima gara a chi cita il nome più cool. C’è però da controllarsi affinché i nuovi fenomeni della glo e della chillwave non sfocino in una semplice mega-masturbazione da club in cui si gioca a citare venendo accusati di rubare, e non si inventa più niente.
Lo spartiacque nella critica è l’abilità con la quale il gruppo innalza il suo valore piazzandosi davanti al portale per il passato (e ai conseguenti giochi di marketing basati sulla nostalgia e sul trend), senza essere colto in flagrante nell’atto del furto.
Un altro punto a favore di quest’album, che è decisamente coinvolgente, è che si fa strada a gomitate nel panorama di similar artists che invade la piazza in questo momento, a partire da Cut Copy e Yeasayer.
Assodando che il marchio Washed Out non ha nulla da invidiare a nessuno, non è possibile non notare da dove hanno pescato il loro sound, ovvero qua e la tra Active Child e Chromeo. La derivazione lampante è sintomo di poca genuinità, ma è tutto perdonato dall’intuito con cui il sequencing è orchestrato per non stancare mai.
Un lavoro delicato, certosino nei particolari tanto da mimetizzarne le rifiniture.