Girls – Father, Son, Holy ghost

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:
27 Settembre 2011 Turnstile Girls Facebook

Terza botta di vita sonora per il duo californiano dei Girls, qui coadiuvato da John Andersen cori e chitarre, Darren Weiss percussioni e Dan Eisenberg tastiere, che nonostante la giovane età corre alla grande da solo senza essere gregario a nessuno, e Father, son, holy ghost è il disco che si sarebbe voluto respirare da mesi e che da oggi con queste tracce nelle orecchie è tutta discesa. Ci saranno detrattori che lo riterranno troppo dritto, ordinario, mai abbastanza aggrovigliato, ma è la verità che canzoni fruibili come Die (Paranoid Sabbathiana?) e Just a song, sono, al momento, lo stato dell’arte indie-pop d’ultimo ragguaglio.

Hanno seminato bene e stanno raccogliendo molto lasciando un segno che si riferisce ad un pop-rock di primo stampo ed a 360°, intriso di una bella mescola di surfing, beat e lisergia a go-go che rimpinza – come silicone sonoro – ogni interstizio della tracklist, in lungo e largo; i Girls, nell’unico scopo diretto di dare ludibrio a chiunque li capti, altresì si rivolgono loro con slang sonori che arrivano da tutte le parti tanto da riuscire ad organizzare undici tracce alle quali il leader Christopher Owens ha dato potere e colore sixsteen come benedizione stilistica d’imperio della quale non si discute né si tratta.

Stirando bene gli orecchi si sentono scalpiccii Costelliani che scivolano via in Honey Bunny, i giramenti di testa Floydiani Vomit, il sigillo Lennon/McCartney che da sicurezza Love like a river, How Can I Say I love you e quella bella rimpatriata in casa WilcoAlex che rende tutto più facile seguire e pescare nel mondo Girls da tutte le angolazioni possibili.

Erano attesi al varco, e sono arrivati, rimescolano i canoni musicali per ricomporli a loro piacimento e dal disco si capisce che il divertimento è di casa e in generale oserei dire una nuova consapevolezza che viene a galla e fare barricata al cinetismo e alla nervosa “angolarità” che soggioga molto della bizzarra “indieillogica” dei nostri giorni.

Non vedete l’ora di andare a smuovere le chiappette e dare fuoco ad accendini innocenti ai loro concerti? Presto saranno da noi, intanto scaldatevi qui dentro.