Kuedo – Severant

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Il disco di Jamie Teasdale, ovvero metà del duo Vex’d (con all’attivo solo un LP ed una retrospettiva uscita l’anno scorso) ha ben poco a che spartire con gli stili esplorati insieme all’ex socio Roly Porter.

Qui siamo di fronte ad un operato simile per certi versi a quanto già prodotto da Four Tet, con il suo stile liquido, minimale e sfumato, mantenendo equilibrato il rapporto da danzabilità mentale, creatività, e dettaglio. Un equilibrio fondato sulla ricerca del suono e delle più svariate differenze stilistiche, che affondano anche nella musica ‘70s del mondo Kraut e Kosmische (come è stato ben visibile nel volume Dj Kicks rilasciato da Kieran Hebden).

Parallelamente, Teasdale affronta la sua opera solista con lo stesso rigore del compatriota, ma con una leggerezza e ampiezza di respiro maggiori. Severant è un disco che si apre nell’ombra di Jean Michel Jarré con il timido arpeggio synth-classic “Visioning Shared Tomorrows”, che sfuma in atmosfere scure da film primi anni’80 (“Ant City”)  e poi scompare nel ticchettio ambient e dalla lontana ascendenza new age di “Whisper Fate”.  Il ritmo affettato di “Onset (Escapism)” si lancia in synth aperti e crepuscolari, tra garage uk ed una decadente malinconia.

Il vero cuore del disco si trova però tra le pieghe colorate e caleidoscopiche di “Ascension Phase”, “Salt Lake Cuts” e “Truth Flood” che mostrano la capacità di sintesi di Teadale tra i movimenti del suono dell’ultimo decennio: space synth,  Zomby, Machinedrum e colonne sonore ‘80s: riconoscibile l’omaggio a Blade runner (1982) nella traccia “Flight path”.

Il restante si muove tra escursioni minimali e una ricerca della propria personalità individuale, che soffre sicuramente di troppi influssi esterni e che ha bisogno di un filtro maggiore. Non va comunque negata la qualità totale di un artista che ha ancora molta strada da fare.