PIL – This is PIL
I PIL di oggi (ricordiamoci che Jah Wobble è assente) sono una live band che cerca un motivo artistico per esistere oltre al ricordo di una carriera epica. Nient’altro.
I PIL di oggi (ricordiamoci che Jah Wobble è assente) sono una live band che cerca un motivo artistico per esistere oltre al ricordo di una carriera epica. Nient’altro.
Gli Ufomammut stanno forse realizzando una sintesi perfetta della loro estetica e della loro idea musicale/spirituale
Boxeur the Coeur, in arte Paolo Iocca, racconta a Rocklab com’è nato il suo primo e acclamato lavoro, della costruzione del suo live e del futuro della sua “one-man-band”.
Disco da amare e riascoltare più volte. Artista da ricercare live per capire come possa riprodurre questo caos organico in maniera diretta, senza scappatoie.
Se da una parte dobbiamo riconoscere la capacità stilistica degli Air, non possiamo che sottolineare che manca una forza sotterranea che pulsa sotto le trame strumentali. Manca un matmos cinematografico che lavori con le nostre emozioni più profonde.
Non so quanto potremmo resistere con questo amore per il passato che contamina e corrode ogni cosa che facciamo di nuovo. Lana del Rey o meno…
È una decostruzione attenta dello scenario materiale, alla ricerca del suono più minimale ed essenziale nella sua emotività
“Retromania” nasce da un’urgenza. Un’urgenza di prendere coscienza di sé e dei propri limiti e problemi da parte della nostra creatività, del nostro bagaglio di conoscenze popolare.
Pinch & Shackleton hanno tirato fuori un LP che vi trascinerà in un matmos vivente, pulsante di energia negativa cerebrale.
Work (work work) è un disco staccato dal suo presente per i suoni che contiene. È immobile e statico, in un angolo immaginifico. Sicuramente un disco personale come se ne vedono pochi.
Escursioni minimali e una ricerca della propria personalità individuale, che soffre sicuramente di troppi influssi esterni e che ha bisogno di un filtro maggiore. Non va comunque negata la qualità totale di un artista che ha ancora molta strada da fare.
Il disco è sicuramente una delle uscite più interessanti provenienti da artisti della “scena” Witch House, mostrando sopratutto una cifra personale che deve ancora dare il meglio di sé.
Il flusso lineare delle composizioni riesce e montare un’opera discreta, che si equilibra nei suoi cambiamenti con strategia e razionalità.
Mancano le idee più violenti e creative a cui ci aveva abituato il duo, speriamo che sia un appiattimento momentaneo.
Questo dualismo energetico dei Composer è sospeso tra un fragile intimismo pulsante e una adolescenziale frenesia sessuale che può sfociare in forme assurde ed imprevedibili.
Una disomogeneità che non si riduce al semplice fattore temporale; seppure viviamo in un’epoca retromane che si alimenta di vecchia sicurezza e qualità, questo non giustifica un’ opacità di contenuti artistici, di originalità reale.