Mike Patton – The Solitude Of Prime Numbers

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Il binomio Italia/Cinema si è ripetutamente palesato nel percorso musicale e artistico di Mike Patton  a partire da Pranzo Oltranzista (1997), dedicato alla figura di Tommaso Marinetti, e proseguendo col bellissimo The Director’s Cut dei Fantômas (2001). Dopo aver curato l’antologia di Ennio Morricone, Crime and Dissonance (2005) e dopo l’originale omaggio alla canzone italiana degli anni ’50/’60 col progetto Mondo Cane (2010), Mike Patton realizza un’opera suggestiva: The Solitude Of Prime Numbers.

La colonna sonora è stata composta per il film di Saverio Costanzo ed è ispirata al libro “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano (Premio Strega e Premio Campiello come opera prima nel 2008). Così come accade con le parole di Giordano e con le immagini cinematografiche, anche Patton modella le sonorità di questo album cingendo le note di venature cupe e intarsi oscuri. La sonorizzazione del film viene dunque colmata da “silenzi” acustici e da meste e claustrofobiche strutture strumentali in balia di un piano e di synth. La voce di Patton viene adoperata unicamente per creare effetti e per incrementare i sintetismi atmosferici emanati dagli strumenti. Il tutto è in grado di evocare le stesse tristezze, ansie, solitudini e sensazioni che scaturiscono in primis e principalmente dai contenuti del romanzo. Le orchestrazioni non rifuggono lo sperimentalismo; le melodie si fanno via via intime e inquiete; le sequenze armoniche lambiscono echi e rumori ambientali con chiare allusioni ai Goblin e a Morricone.

The Solitude Of Prime Numbers è inoltre un album composto da sedici brani strumentali numerati da 2 a 53, in base all’ordine crescente dei numeri primi. I vuoti e i fotogrammi immaginari traboccano così di momenti dilatati gotici e fiabeschi al contempo (Twine Primes, Isolated Primes) brevità sintetiche (Identity Matrix, Separatrix, Zeroth), turbamenti acustici (Method Of Infinite Descent, Cicatrix, Abscissa), orchestrazioni inquietanti e funeste (Radius Of Convergence).

Sicuramente un’opera minore rispetto alla sterminata produzione artistica di Patton, ma in grado di essere incisiva sotto diversi aspetti. The Solitude Of Prime Numbers è come una “fronda” sonora (l’artwork stesso dell’album riproduce la sagoma e le venature di una foglia) che racchiude pezzi toccanti e di pura sperimentazione, circondando il disco di un’algebra notturna e oscura che riesce davvero ad affascinare.