Con questo Democrazia apriamo il 2012 e chiudiamo il 2011 che è stato un anno strano, decisamente sbilenco dal punto di vista musicale, dove al tempo stesso grandi produzioni ed orribili farse sono arrivate alla ribalta. Per questo vorrei lanciare un appello per il 2012, e dire basta allo sfruttamento dei casi umani e basta a questa triste pornografia musicale che si vede in giro. Che non riguarda assolutamente la musica, ma ruota tutto intorno a miseri personaggi interpretati però da persone reali con problemi ancora più reali. Si inizia dal balbuziente di X-Factor, che ha le crisi isteriche nella striscia quotidiana di Rai2, perchè non riesce a spiccicare due parole di fila, e si finisce con lo speciale su Trucebaldazzi con streaming integrale dell’album. Siamo tornati ai tempi dei freakshow, in cui si pagava una moneta da 5 cents per vedere l’elephant man di turno, tirargli le noccioline, ridere di lui e poi uscire e parlare con gli amici del fenomeno che bisogna proprio vedere. Non ho idea chi ci sia dietro tutta questa atmosfera del “sbatti il fenomeno in prima pagina”, ma non penso ci sia gente che lo faccia per il bene di questi personaggi che sono esposti al pubblico ludibrio. Forse sarò un benpensante a credere che ogni “mi piace” suoni in realtà come una presa per il culo, una risata cattiva, ad un “guarda quanto è sfigato questo”. Bisognerebbe iniziare a provare un pò di vergogna e a restituire la dignità agli individui, o magari cercare di dare spazio a musica vera e lasciare stare il fenomeno sociologico partorito dal web: Trucebaldazzi non è più che una scimmia ammaestrata che suona il tamburo, manovrata da un Mangiafuoco molto cattivo. E noi non stiamo certo ad aiutare applaudendo. Che il nuovo anno sia libero da tutto ciò e si ritorni alla musica.
Vengono da Massa i Mantra Revolution con l’ep Zero. Quello che sto ascoltando è un lavoro in cui vengono fusi principalmente 2/4 di funk, ¼ di elettronica ed ¼ di…tunz tunz. Andando avanti nell’ascolto riesco a percepire, brano per brano le influenze che scorrono: Crisi di panico è un brano che mescola un intro alla RHCP per confluire in episodi alla Litfiba; Regole semplici detta invece la prima grossa virata verso l’elettronica con un riff portante di synth, che porta il brano ad essere quasi industrial, ma con un grande appeal melodico (un po’ nello stile della disco anni ’90). L’ira dei buoni invece è debitore di band come i Killers (ricorda moltissimo lo special di Somebody told me nel ritornello). E’ un cd che non lascia un attimo di respiro questo, per certi versi mi ha anche dato l’impressione di essere un esempio italico di J-rock, se non fosse per i testi a dir poco incazzati. Ecco forse se dovessi trovare un difetto in questa produzione credo che l’impressione che la band dia di se stessa sia abbastanza appiattita sia dalle tematiche dei testi (un continuo dissing contro l’ipocrisia dell’italiano medio, una serie di consigli di vita su come sopravvivere in questo mondo di merda ecc ecc) che dall’interpretazione sempre urlata, che non cambiano mai per 6 brani 6. Magari in un futuro si potrebbe pensare anche di variare un po’ sulle tematiche e magari pensare anche di inserire qualche brano a tematiche anche un po’ più ispirate od almeno di introdurre una scrittura più ironica e meno livorosa, che al confronto i 99 Posse risultano più leggeri.
I Kamchatka! da Roma presentano invece Il mio Nirvana, che esordisce appunto con la title track dal testo che è un continuo calembour dei nomi tradotti in italiano di tutte le band del seattle sound che hanno lasciato un segno indelebile nella formazione della band. Idea carina, anche se un po’ troppo naive. Molto efficace il brano seguente, Il mio incanto, che mi ricorda gli Smashing Pumpkins più scanzonati, con una variazione sul finale di quelle che non t’aspetti. Indubbiamente legati e rispettosi degli stilemi anni ’90, hanno però un certo piglio fantasioso nella scrittura della musica che riesce ad incuriosire nell’ascolto e li rende assolutamente non prevedibili. Credo soprattutto che sia stato fatto un grande lavoro sulla produzione del sound in studio per i Kamchatka! Che riesce a valorizzare molto il mood di ogni brano e lo rende aderente all’interpretazione ed al messaggio dei testi, tutti con una impronta intimista. Devo dire però che il cd è condito di alcune (troppe) imprecisioni di batteria che sarebbero potute essere evitate con un editing appropriato. Notevole invece il finale di Weiss, una coda degna della migliore produzione di rock americano. Più efficace nella prima parte, riflessivo nella seconda, in definitiva è un album decisamente promosso sotto tutti gli aspetti e denota una personalità ben definita ma soprattutto con stile. Ascolto consigliato.
I Campo Avvelenato invece arrivano dalla Sicilia con il loro promo. Sulla scheda vedo scritto alternative punk rock ma Danza ancora, il primo brano, ha un sound troppo leccato per essere definito tale per cui io mi sento di dire che ci troviamo nel territorio del pop rock italiano, con alcune influenze più alternative, alcune perfino virate al prog (Sottovoce ne è un esempio calzante). Teatrali, affettati, in bilico fra sonorità rock anni ’80 e la voglia di scrivere brani con aspirazioni da classifica, la band dimostra una personalità né carne né pesce che non mi convince da nessun punto di vista. La produzione è assolutamente stata portata a termine con tutti i crismi ma andando avanti nell’ascolto sembra che ad ogni brano ci si avvicini sempre di più verso un prog dalle tematiche epiche (Spazi chiusi) lasciando appunto i lidi del pop rock. Che il primo brano sia solo uno specchietto per le allodole per produttori in cerca di facce nuove e che i brani più spinti siano invece la vera anima della band? Credo che una maggiore consapevolezza ed una maggiore omogeneità nella produzione dei brani avrebbe giovato a questo promo ed alla band stessa, il mio consiglio è quello di trovare una via definita e seguirla, fino in fondo.