First Aid Kit – The Lion’s Roar

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Che bellezza un disco così, che rabbia un disco così. La seconda uscita discografica targata First Aid Kit riesce a dare un poco di solidità in più al fenomeno di Johanna e Klara Soderberg, sorelle svedesi e figlie di un’epoca in cui la musica si sbocconcella su YouTube prima che arrivi sugli scaffali dei negozi. Così si era fatta apprezzare l’esibizione dove riducevano a chitarra e voci lo spartito di Tiger Mountain Pleasant Song con tanto di camice a quadri e fondali boschivi, in perfetto immaginario Fleet Foxes. Aggiungeteci la versione di Dancing Barefoot che-ha-fatto-piangere-anche-Patti-Smith e avrete i canonici ‘quindici minuti di fama’ via web. Di questi tempi, nei quartieri dell’indie, è quel che basta per far gridare al miracolo. Ci cadono persino i vari Jack White e Conor Oberst, chi siamo noi per resistere…

Alla prova dei fatti, però, la musica di The Lion’s Roar è quello che è. Un folk cristallino, semplificato ad hoc (perché è così che deve suonare alle orecchie di chi ai tempi non c’era: soprattutto ‘semplice’) devoto ai pochi e classici esempi che già conoscete: uno di loro, la folksinger Emmylou Harris, dà il nome alla classica canzone-tributo da pantheon che fa così: “I’ll be your Emmylou and I’ll be your June too, if you’ll be my Gram and my Johnny too”. Il quadretto è completo, non c’è altro da aggiungere: forse qualche raffinatezza in più dal mixer rispetto all’esordio.
Per il resto rimane forte l’impressione di un esercizio di bella calligrafia da parte di un altro fenomeno internettiano tanto gradevole quanto fragile. Le considerazioni già le conoscete: se solo lo spiccato senso di ‘contemporaneità’ messo nelle operazioni (più o meno consapevoli) di marketing virale fosse riservato anche alla musica, avremmo delle campionesse dell’avantpop, altro che folk&country.