Ben Kweller – Go Fly a Kite

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Il sole vi opprime? Non riuscite a stare al passo con l’irrefrenabile vitalità della primavera? ‘Go fly a kyte’ può aiutarvi: grazie alla formula brevettata dei soliti quattro accordi, che però funzionano, Ben Kweller (arrivato ormai al quinto disco, giusto per dire che se ne intende) è tutto ciò che serve per sentirsi a proprio agio con le distese di primule danzanti e tutta quella roba colorata e profumata che esce fuori in questi giorni.

Persino le periferie più scalcinate sembreranno rosee grazie a pezzi come “Full circle” e “Out the door”, in cui il recente spirito country di Ben (nato nel precedente ‘Changing horses’) si realizza al massimo; ma c’è anche spazio per il soft grunge di “Time will save the day”, sintomo che l’esperto cantautore non ha dimenticato il suo passato nei Radish. Tutta la musica americana dai buoni sentimenti è rappresentata in questo disco, soprattutto per quanto riguarda il topos del porto sicuro: “tutto cambia, tutti cambiano, ma puoi contare su di me” è il messaggio che traspare in diversi testi di ‘Go fly a kite’, ma soprattutto (ovviamente) in “You can count on me”; e chiudere un album con un concetto del genere di questi tempi sarà surreale, ma funziona.

Nella sua plastica ingenuità ‘Go fly a kite’ si proietta in un mondo semplice e un po’ straniante per chi sia un minimo realista, ma vale comunque la pena di uscire dal letargo.